da corriere.it
Il presidente della Croazia Stipe Mesic (Ansa)
ZAGABRIA - Il presidente della Croazia, Stipe Mesic, si è detto «costernato» dalle
dichiarazioni di sabato scorso del presidente italiano Giorgio Napolitano in occasione della Giornata del ricordo delle foibe e dell'esodo «nelle quali è impossibile non intravvedere elementi di aperto razzismo, revisionismo storico e revanscismo politico». Lo si legge in un comunicato dell'Ufficio di presidenza della Croazia. Mesic si è anche detto «spiacevolmente sorpreso dal contenuto e dal tono» di Napolitano. Mesic ha affermato inoltre che «la Croazia ritiene che ogni tentativo di mettere in questione il trattato di pace del 1947 e gli accordi di Osimo (che regolarono definitivamente la frontiera fra Italia e l’allora Jugoslavia), ereditati dalla Croazia come uno dei successori della Jugoslavia, è inaccettabile». La nota dice che il presidente croato «si è adoperato a favore di una visione più ampia del contesto storico e si è detto contrario a tacere i fatti e trasformare i perdenti storici in vincitori».
D'ALEMA: «PAROLE IMMOTIVATE» - Pronta la replica del ministro degli Esteri italiano Massimo D'Alema: «Le parole del presidente croato sono immotivate, stupiscono e addolorano». A cui ha fatto seguire una reazione diplomatica immediata. D'Alema ha infatti convocato per domani alla Farnesina l'ambasciatore croato.
Secondo D’Alema infatti le parole di Napolitano «vanno innanzitutto nel senso del riconoscimento della verità storica che è il fondamento per ogni processo ulteriore di avanzamento e riconciliazione». Proprio per ciò, ha proseguito D’Alema, «appare tanto più sorprendente una reazione che a mio giudizio non coglie il significato vero delle parole di Napolitano». Il ministro degli Esteri ha ricordato che «l’Italia democratica ha più volte riconosciuto quanto sia stato grave quello che ha fatto il fascismo nei Balcani, un grande Paese, il nostro, certamente non ha mancato di denunciare gli orrori fascisti nei Balcani e di condannare l’occupazione fascista dell’ex Jugoslavia». Allo stesso modo, «come dovrebbe sapere anche il presidente croato, molti degli uomini che poi hanno dato vita alle forze politiche democratiche del nostro Paese hanno combattuto a fianco dei partigiani jugoslavi contro l’occupazione nazifascista». D’Alema ha insistito su questo punto: «Mesic dovrebbe sapere che si rivolge al presidente dell’Italia democratica e antifascista, che quindi da questo punto di vista ha fatto i conti con il passato fascista del Paese e allo stesso tempo sente però il bisogno di dire la verità storica anche sulle vittime innocenti italiane che vi furono in quel tragico momento conclusivo della guerra e dell’immediato dopoguerra: il riconoscimento di questa verità storica è una condizione per un processo pieno di riconciliazione come quello che noi auspichiamo, per cui auspichiamo anche che si possano svolgere gli atti simbolici di cui si era parlato». In definitiva, per il titolare della Farnesina, «le parole di Napolitano non si prestano ad equivoci da questo punto di vista», e perciò «le parole di Mesic stupiscono ed addolorano in quanto sono del tutto immotivate».
NAPOLITANO - A quanto si apprende negli ambienti del Quirinale, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha pienamente condiviso le valutazioni espresse dal ministro degli Esteri Massimo D'Alema a proposito delle parole del presidente croato Stipe Mesic.
PULIZIA ETNICA - La parte del discorso di Napolitano che ha acceso più polemiche in Croazia è quella in cui il capo dello Stato ha parlato dei
fiumani e dei dalmati come vittime di un «moto di odio e di furia sanguinaria e di un disegno annessionistico slavo che prevalse nel Trattato di pace del 1947 e che assunse i sinistri contorni di una pulizia etnica». La replica di Mesic è un colpo all'incontro di riconciliazione e riappacificazione tra Italia-Slovenia-Croazia al quale sta lavorando la diplomazia italiana.
COMMENTI IN CROAZIA - Alcuni in Croazia hanno voluto vedere un'indiretta replica di Napolitano a Mesic che, in una precedente intervista alla Rai, aveva definito l'eccidio delle foibe «una reazione ai crimini fascisti». Secondo Damir Kajin, deputato della Dieta democratica istriana (partito regionalista croato di sinistra), «preoccupa che un simile commento sia arrivato da un presidente che proviene dalla sinistra. L'esodo degli italiani dall'Istria è senz'altro l'ultimo capitolo della politica imperialista del fascismo, ma nessun crimine può essere amnistiato da un altro crimine commesso prima».
Toni Tadic, deputato del Partito del diritto (destra), sostiene che «tenendo conto di tutto ciò che hanno fatto in Croazia e in altri Paesi, gli italiani sono gli ultimi che possono dare lezioni su genocidi e pulizie etniche».
Il rappresentante del gruppo nazionale italiano in Croazia al Parlamento di Zagabria, Furio Radin, si è detto perplesso dal tono della polemica «che non è nello spirito di tolleranza che noi abbiamo costruito in Istria».
COMMENTI IN ITALIA - «La Croazia deve entrare in Europa, ma non può avere una memoria a intermittenza», ha ribattuto Pierferdinando Casini. Mesic «sbaglia» a interpretare come ha fatto le parole di Napolitano sulle foibe, ha dichiarato il senatore a vita Giulio Andreotti che invita però a chiudere polemiche che considera ormai «fuori della storia. I comunisti italiani con quelle vicende non c'entrano».
«Occorre leggere tutte le pagine della storia, anche quelle per noi più dolorose perché è l'unico modo per costruire il futuro del nostro Paese e dell'Europa», ha aggiunto Gavino Angius, diessino vice presidente del Senato, sottoscrivendo le parole di Napolitano.
«Le parole di Mesic sono preoccupanti e inquietanti», ha detto Maurizio Gasparri (An). « Napolitano ha parlato giustamente di genocidio».
«Le foibe sono state un dramma incredibile, ma occorre indagare sulle radici dell'odio e sugli eccidi della popolazione civile», ha affermato il capogruppo dei senatori di Rifondazione comunista, Giovanni Russo Spena.
«Piena solidarietá» da parte del capogruppo leghista all'Europarlamento Mario Borghezio al presidente Napolitano.