Variatori di luce e possibili risparmi di energia elettrica... Sto andando in tilt!

AG-BRASC

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Vi scrivo per un dilemma...
Come qualcuno forse sa, sto cambiando casa.
Nella nuova casa ho messo alcuni punti luce con variatore di intensità luminosa (ad es. faretti ad incasso alogeni). Non i classici potenziometri, ma dei variatori elettronici, azionabili/regolabili con interruttore a pulsante normalmente aperto.

Io negli anni non mi sono mai soffermato più di tanto nel riflettere sul minore consumo di energia elettrica derivante da una regolazione minore rispetto al massimo dell'intensità luminosa. Diciamo che lo avevo sempre dato per scontato.

Però ora più fonti, anche attendibili, mi stanno "mettendo la pulce nell'orecchio" circa la sostanziale inutilità delle variazioni rispetto ad un minor consumo.

Ho tentato anche di ricorrere alle leggi di Ohm, però per la corrente continua (anche se credo siano sostanzialmente valide, del resto ora le reminiscenze circa l'applicazione alle tensioni alternate mi sfugge davvero)...

Tenendo conto che V=Volt, R=resistenza, I=corrente, P=potenza...
I=V:R da cui V=RxI
P=VxI da cui P=VxIxI (cioè I al quadrato)

...Ma sto davvero andando nel pallone, con certezze sempre più precarie, complice il fatto del trasloco in corso e i lavori nella nuova casa ancora non del tutto conclusi! :5eek:
Qualcuno può aiutarmi a fare luce (è proprio il caso di dirlo)? :D

Grazie in anticipo. ;)
 
anch'io non mi sono mai posto troppo la questione risparmio effettivo, finchè ho avuto alcuni variatori elettronici.:icon_redface:

avevo però letto che, con i nuovi contatori elettronici, non sempre rilevassero la "riduzione" di potenza.

se fosse vero, i vantaggi rimarrebbero la vita delle lampade e l'effetto soffuso della luce. :)
 
La riduzione di potenza assorbita e' reale con regolatori tradizionali a triac.
Intervengono,smussando le semionde.
Va da se' che "tosando" la forma d'onda si ha minore corrente e tensione in circolo nel carico e quindi riduzione della potenza apparente.
Una qualsiasi piantana con regolatore dimmer introduce variazioni non indifferenti in termini di assorbimento.
A regolatore aperto (sinusoide piena) si avra' il massimo assorbimento.
 
Novram ha scritto:
La riduzione di potenza assorbita e' reale con regolatori tradizionali a triac.
Intervengono,smussando le semionde.
Va da se' che "tosando" la forma d'onda si ha minore corrente e tensione in circolo nel carico e quindi riduzione della potenza apparente.
Una qualsiasi piantana con regolatore dimmer introduce variazioni non indifferenti in termini di assorbimento.
A regolatore aperto (sinusoide piena) si avra' il massimo assorbimento.
daccordo ,ma non tralasciamo che tutti i variatori di luminosita', agiscono sul taglio della sinusoide quindi diminuendo la tensione.Se ci fate caso se avete lamapde a scarica, al minimo del regolatore, sentite degli scoppiettii nella lampada proprio perche il taglio quasi netto della semionda, porta la forma a diventare solo pulsante.
 
landtools ha scritto:
Se ci fate caso se avete lamapde a scarica, al minimo del regolatore, sentite degli scoppiettii nella lampada proprio perche il taglio quasi netto della semionda, porta la forma a diventare solo pulsante.

Si parla di lampade a innesco o di banali lampade ad incandescenza?
Inoltre mi pare si discuta di regolatori commerciali economici,ovvio che al limite, c'e' per forza un'irregolarita' di regolazione del carico.(ma chi le usa proprio al limite?)
Di scoppiettii non ne' ho mai sentiti,di mancata stabilita' in termini di luminosita'...si.;)
 
Novram ha scritto:
Si parla di lampade a innesco o di banali lampade ad incandescenza?
Inoltre mi pare si discuta di regolatori commerciali economici,ovvio che al limite, c'e' per forza un'irregolarita' di regolazione del carico.(ma chi le usa proprio al limite?)
Di scoppiettii non ne' ho mai sentiti,di mancata stabilita' in termini di luminosita'...si.;)
nemmeno con le lampade ad incandescenza, uno sfarfallio??
 
AG-BRASC ha scritto:
Tenendo conto che V=Volt, R=resistenza, I=corrente, P=potenza...
I=V:R da cui V=RxI
P=VxI da cui P=VxIxI (cioè I al quadrato)

Sforzandomi di recuperare le mie vecchie nozioni di fisica :D Penso che la formula finale non sia P=VxI^2 ma P=RxI^2 perché alla V della formula puoi sostituire RxI della formula per ottenere V :eusa_think:
 
Posto il fatto che -secondo me- il variatore di luce lo si dovrebbe mettere per una questione di confort ambientale, e non (solo) per uno scopo energetico, a quanto ricordo "modellando" la forma d'onda come dice giustamente Novram la potenza che viene lasciata passare è / dovrebbe essere minore (mi ricordo vagamente che dovrebbe circolare un certo angolo di corrente, minore dei 360' della sinusoide "piena").
Comunque sia io punterei il dito su un altro aspetto, e cioè sul fatto che i variatori elettronici (detti anche "dimmer") funzionano con le lampade tradizionali ad incandescenza (con un carico resistivo). Il problema è che adesso si stanno diffondendo sempre più le lampade a risparmio energetico, che sono -sostanzialmente- dei tubi fluorescenti pilotati da un circuito elettronico (il cosiddetto "ballast") che accende il tubo con impulsi ad alta frequenza. Tutto questo accrocco ahimè non è assimilabile ad una resistenza, dal punto di vista del variatore, con la conseguenza che le attuali "risparmio energetico" non sono dimmerabili. Ne esistono pochissimi modelli (forse uno o due) che sono compatibili con i variatori, ma costano uno sproposito; alcuni di questi non sono nemmeno in classe A (fluorescenti) ma in classe B (e cioè alogene). Sempre meglio della vecchia incandescenza, ma..... un casino trovarle. Ed un costo, soprattutto.
 
provate a mettere un amperometro a monte del Dimmer e si trova se il carico è lo stesso a luce piena a soffusa
 
antoniopev ha scritto:
provate a mettere un amperometro a monte del Dimmer e si trova se il carico è lo stesso a luce piena a soffusa
in teorial le 2 correnti devono essere differenti perche a variare della tensione con la resistenza costante varia anche la corrente....
 
landtools ha scritto:
in teorial le 2 correnti devono essere differenti perche a variare della tensione con la resistenza costante varia anche la corrente....
se la corrente diminuisce vuol dire che abbassando l'intensita di luce il consumo è inferiore provero appena ho un po di tempo
 
antoniopev ha scritto:
se la corrente diminuisce vuol dire che abbassando l'intensita di luce il consumo è inferiore provero appena ho un po di tempo
dipende da tante cose.... ci sono variatore a trasfornmatore e variatori con il triak....Quellia trasformatore, consumano la stessa potenza sia a massimo che a minimo invece quelli elettronici a triak, consumano in base al pilotaggio del gate....
 
landtools ha scritto:
dipende da tante cose.... ci sono variatore a trasfornmatore e variatori con il triak....Quellia trasformatore, consumano la stessa potenza sia a massimo che a minimo invece quelli elettronici a triak, consumano in base al pilotaggio del gate....
se come dici tu quelli a trasformatore consumano lo stesso sia al massimo che al minimo allora si tratta solo di un effetto ottico non di una riduzione reale dei consumi
 
antoniopev ha scritto:
se come dici tu quelli a trasformatore consumano lo stesso sia al massimo che al minimo allora si tratta solo di un effetto ottico non di una riduzione reale dei consumi
sai come funziona un Trasformatore?? sai come funziona un trasformatore a Voltaggio variabile??
 
AG-BRASC ha scritto:
Vi scrivo per un dilemma...
Come qualcuno forse sa, sto cambiando casa.
Nella nuova casa ho messo alcuni punti luce con variatore di intensità luminosa (ad es. faretti ad incasso alogeni). Non i classici potenziometri, ma dei variatori elettronici, azionabili/regolabili con interruttore a pulsante normalmente aperto.

Io negli anni non mi sono mai soffermato più di tanto nel riflettere sul minore consumo di energia elettrica derivante da una regolazione minore rispetto al massimo dell'intensità luminosa. Diciamo che lo avevo sempre dato per scontato.

Però ora più fonti, anche attendibili, mi stanno "mettendo la pulce nell'orecchio" circa la sostanziale inutilità delle variazioni rispetto ad un minor consumo.

Ho tentato anche di ricorrere alle leggi di Ohm, però per la corrente continua (anche se credo siano sostanzialmente valide, del resto ora le reminiscenze circa l'applicazione alle tensioni alternate mi sfugge davvero)...

Tenendo conto che V=Volt, R=resistenza, I=corrente, P=potenza...
I=V:R da cui V=RxI
P=VxI da cui P=VxIxI (cioè I al quadrato)

...Ma sto davvero andando nel pallone, con certezze sempre più precarie, complice il fatto del trasloco in corso e i lavori nella nuova casa ancora non del tutto conclusi! :5eek:
Qualcuno può aiutarmi a fare luce (è proprio il caso di dirlo)? :D

Grazie in anticipo. ;)

Eh.....Eh......Andrea,
capisco benissimo che stai andando nel pallone, lo so benissimo dato il trasloco. In queste condizioni è difficile soffermarsi sui particolari (calcolo della potenza, non in continua ma in alternata, formulette di Elettrotecnica che galleggiano nella testa, variatori potenziometrici o variatori con triac), insomma non è che ci si raccapezzi molto.

Mi permetto di consigliarti un aggegetto che misura la potenza assorbita dei vari carichi di casa (computer, forno a microonde, cucina elettrica, frigorifero, ma anche un qualsiasi variatore di luce, sia esso a trasformatore, sia a triac!!!:D :D :D

E' uno strumentino praticissimo e semplice da connettere.

Si mette lo strumento tra la presa di corrente che alimenta un qualsiasi dispositivo di cui si vuole conoscere la potenza assorbita e il dispositivo stesso.

Naturalmente se ci metti un carico variabile (tramite triac) questo strumento ti monitorizza la corrente assorbita, la sua potenza espressa in VA (Volt Ampere) o in Watt ed anche in KWh, se lo lasci connesso almeno un giorno (considerando che la potenza assorbita dalle luci/luce non sarà certo di 1000 W o superiore).

Ad ogni buon conto ti misura anche, come dicevo, i valori in KWh!:D :D

L'aggeggio si chiama Plug-in Power & Energy Monitor della Lafayette (PMM200)ed è distribuito da Marcucci

http://www.marcucci.it/images/cataloghi/PDF/str2006/025-032.pdf

è proprio il primo della lista.

P.S. Siccome usa le prese tedesche, una maschio e una femmina, dovresti trovare le prese nostre (italiane) per interfacciarle con quelle tedesche!

P.S.2 Ah .....dimenticavo, l'ho acquistato in negozio, l'altro anno, di questi tempi (a settembre 2009) costo 35€.
Ma su internet o a Roma dovresti trovarlo a meno!

Ciao Andrea e piacere di rileggerti.
 
Ultima modifica:
Grazie per l'info preziosa, pipione! :happy3:
Anzi, grazie a tutti! :icon_cool:
Naturalmente ogni ulteriore parere sul tema sarà ugualmente gradito. ;)
 
come scrivevo ieri oggi ho fatto una prova e devo dire che anche io è da tanto che ci penso a sta cosa
in pratica ho usato tre lampadine da 60 watt con un comune regolatore da incasso serie civile
ecco la prova

http://www.youtube.com/watch?v=IG016wcPsr8

scala dello strumento in milliampere
 
antoniopev ha scritto:
come scrivevo ieri oggi ho fatto una prova e devo dire che anche io è da tanto che ci penso a sta cosa
in pratica ho usato tre lampadine da 60 watt con un comune regolatore da incasso serie civile
ecco la prova

http://www.youtube.com/watch?v=IG016wcPsr8

scala dello strumento in milliampere
si ma l'amperometro, l'hai messo prima del variatore o dopo??
 
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