Sweeney Todd, il diabolico barbiere di Fleet Street

andag

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Bellissimo adattamento del musical di Stephen Sondheim, ambientato nella tetrissima Londra vittoriana.
Torbido, nero, nichilista e senza speranza, Burton ai suoi massimi livelli, senza traccia di quel fondo di buonismo che ogni tanto ha fatto capolino nelle sue opere.
Le canzoni sono belle, anche se difficilmente memorabili (a parte le sensazionali Johanna e Pretty Women, quest'ultima in duetto tra il giudice e Sweeney), e comunque funzionali e bene integrate al tessuto cinematografico - con l'eccezione forse di My friends, la ri-consegna a Sweeney delle lame, in cui la canzone costringe la scena ad una certa staticità - scena che comunque si conclude con la folgorante immagine di Sweeney riflessa nella lama del rasoio, e sullo sfondo, sfocato, il viso di Mrs Lovett: due volti distorti, uno alterato dal riflesso, l'altro dall'uso della profondità di campo; è il momento chiave in cui i due personaggi si rivelano per quello che sono: due spettri, due veri e propri fantasmi.
Una storia di fantasmi, a tutti gli effetti.
Non c'è speranza, nella lucida follia di Sweeney Todd e del suo mondo; non ci sono sogni per il futuro, solo incubi; nessuna redenzione: tutti meritano di morire, i prevaricatori per le loro ingiustizie, gli oppressi perchè -per loro- la morte è comunque una liberazione dalle sofferenze.

****1/2

Nota all'edizione italiana: pessima l'idea di tradurre i dialoghi (pur lasciando -giustamente- in originale le canzoni). Una scelta che arriva addirittura ad effetti tragicomici, nei momenti in cui al cantato si alterna il recitativo, e al personaggio che canta in inglese risponde un altro in italiano... Se volevano creare un ulteriore effetto grottesco, ci sono riusciti in pieno...
 
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andag ha scritto:
Nota all'edizione italiana: pessima l'idea di tradurre i dialoghi (pur lasciando -giustamente- in originale le canzoni). Una scelta che arriva addirittura ad effetti tragicomici, nei momenti in cui al cantato si alterna il recitativo, e al personaggio che canta in inglese risponde un altro in italiano... Se volevano creare un ulteriore effetto grottesco, ci sono riusciti in pieno...

Cosa avresti proposto, di lasciare tutto il film sottotitolato? Quanto pensi avrebbe fatto di incassi questo film lasciandolo completamente in originale con i sottotitoli? Addirrittura io avrei doppiato anche le canzoni, per rendere il tutto più omogeneo, non il contrario. Come i precedenti e riuscitissimi "nightmare before christmas" e "la sposa cadavere", sia come interpretazione che come adattamento delle liriche. Magari lasciando la visione dell'originale in alcuni orari e alcune sale come era gia successo per "Il fantasma dell'opera".
 
warhol_84 ha scritto:
Cosa avresti proposto, di lasciare tutto il film sottotitolato?
Sì, carissimo, ovviamente (Apro una parentesi: perchè immagino che questo sia il male minore, per quanto mi riguarda avrebbero potuto anche non metterli, i sottotitoli. Chiusa la parentesi).
Stai tranquillo che non sarebbero stati i minori (tutti da verificare) incassi italiani a mandare in fallimento la produzione.
In ogni caso sentire un personaggio che parla (canta) in inglese mentre l'altro gli risponde in italiano è un effetto talmente ridicolo che da solo rischia di demolire l'intera efficacia della scena. Bisogna fare un sforzo di astrazione non indifferente per non lasciarsi distrarre... ma a quanto pare alla gente va bene così... ce lo meritiamo, Albertone, come diceva qualcuno... icon_wink
 
Se nominiamo film d'animazione, come nei due di Burton o in molti della Disney vecchio stile, l'adattamento è stato spesso molto buono, non solo per i testi ma anche per le interpretazioni. Il problema quando si ha a che fare con un film non d'animazione è che doppiare il cantato produce esiti infimi: Il fantasma dell'opera di Schumacher è seriamente ridicolo doppiato, le labbra si muovono per conto loro, oltre al fatto che non c'è assolutamente nessun paragone con gli stupendi testi originali di Webber.
 
Beh...ce lo meritiamo mica tanto. Il fantasma dell'opera è uscito in due versioni, almeno a roma, non so nelle altre città. In originale sottotitolato e con le canzoni doppiate. Fra l'altro devo dire che il risultato ottenuto con l'adattamento di quel film non l'ho trovato assolutamente nè ridicolo nè infimo (ma è un'opinione personale da amante di musical teatrali americani e inglesi).
Comunque...la produzione di questo film non sarebbe fallita, ma al pubblico sarebbe venuta l'ernia a leggere continuamente i sottitoli del film e poco importa se a 3 o a 4 persone (ovviamente è un modo di dire, ma più o meno la proporzione italiana purtroppo è quasi questa) "i sottitoli non servono".
In quanto alle canzoni della disney, in molti casi il testo è stato addirittura migliorato nelle versioni italiane (nel lasso di tempo che va da La sirenetta a Hercules, mi viene in mente a caso "il mondo è mio" o "i colori del vento"....il resto è stato terrificante, compreso l'ultimo "come d'incanto").
 
ti dirò... punto di vista per punto di vista, a me poco importa della maggioranza o di ciò che pensa la maggioranza; quello che mi piacerebbe vedere è il rispetto dell'opera cinematografica, cosa che qui in Italia il più delle volte è ancora un'utopia... E di sicuro, questo mix di 3 soluzioni (originale , italiano, e occasionalmente originale+italiano) non solo non va in direzione del rispetto dell'opera, ma riesce anche a scontentare tutti (perchè quelli -come dici tu- che rischiano l'ernia [o -messo diversamente- che nel 2008 sono ancora idrofobi ed idrorepellenti nei confronti dell'inglese] trovano comunque modo di lamentarsi quando partono le canzoni in inglese...
 
Tim Burton si conferma geniale.

Johnny Depp strepitoso.

Le musiche bellissime.

E la scenografia della coppia Ferretti-Lo Schiavo magnifica.

Voto: ****
 
warhol_84 ha scritto:
Fra l'altro devo dire che il risultato ottenuto con l'adattamento di quel film non l'ho trovato assolutamente nè ridicolo nè infimo
Contento tu. Io son crepato a guardarlo su Sky: avevo l'audio originale ed i sottotitoli italiani (che erano i testi adattati in italiano, non la traduzione letterale dell'originale), e c'era decisamente da ridere.
 
Premetto che non ho visto il film e non so neppure se lo vedrò dato che non è propriamente il mio genere...
In generale, il mio inglese attuale, seppur arrugginito rispetto a 20 anni fa, mi consente ancora la lingua originale e non ci sono dubbi che il doppiaggio sia sempre un oltraggio, grande o piccolo, all'opera cinematografica ed agli attori.
Più volte ho anche tentato di convincere qualcuno a seguire con me i film in lingua originale e, visto che le persone di cui parlo non se la cavavano troppo bene con la lingua, ho attivato anche i sottotitoli. Il problema è che i sottotitoli sono assai spesso soltanto una sintesi dei dialoghi, talvolta neppure fedele (se chi traduce non coglie l'ironia, ad esempio), risultando alla fine anche peggio di un buon doppiaggio.
Ora, anche a me non importerebbe tanto di quello che pensa la maggioranza, se non fosse che senza una "maggioranza" che compra, che riempie le sale, certe opere nemmeno sarebbero prodotte (o distribuite) ed io non potrei vederle.


andag ha scritto:
ti dirò... punto di vista per punto di vista, a me poco importa della maggioranza o di ciò che pensa la maggioranza;
 
la mia (sul distribuire solo film in originale) era ovviamente un po' una provocazione; non credevo fosse il caso di metterci i sottotitoli (icon_wink) per chiarirlo. Nello specifico comunque contestavo non il doppiaggio in se, ma il modo in cui è stato gestito in questo particolare film.

La refrattarietà italiana ai sottotitoli è comunque solo un aspetto di una refrattarietà generale, culturale, che però da qualche parte bisognerà pur iniziare a superare. Ad esempio iniziando con i film in originale, perchè no?, come in Svezia - dove sono abituati a vedere i film in lingua in tv fin da piccoli, ed il risultato è una popolazione adulta effortlessly (più o meno) bilingue.

Siamo uno dei pochi Paesi europei assolutamente refrattari all'inglese, in cui viene doppiato tutto ma proprio tutto quello che passa, a volte bene, più spesso male, facendo la fortuna di quel paio di aziende familiari/dinastiche/nepotistiche/oligopolistiche che si spartiscono l'intera distribuzione. Le cose stanno così, ma non è detto che debbano essere per forza così, per una specie di legge divina scolpita nella pietra... certo, come dicevo, si tratterebbe di iniziare da qualche parte.
Perchè un'intera nazione che, al giorno d'oggi, non sa spiccicare una parola di inglese, mi sembra un anacronismo abbastanza assurdo (e questo indipendentemente dal cinema)...
 
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L'italia è un paese ridicolo. Vabbe'. Al di là del solito discorso, che ormai continua quasi copincollando le stesse frasi, qua però il problema è che, a occhio e croce, i dialoghi saranno un 15% sul totale delle parole pronunciate, fra cantato e parlato, nel film. Forse, ecco, dato il caso in specie, andag torto non ha. Considerato anche il fatto che qualcuno che ho sentito (tutti sciagurati, iddio li fustighi) ha comunque trovato insopportabilmente noioso il film, perché le canzoni che palla di qua, le canzoni che palla di là. Facciamoci del male, mi son dovuto trattenere per non assassinarli sul posto.
 
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