RAI: La rete del MUX-1 RAI sarà strutturata in modo misto MFN + SFN (“Multi Frequency Network” + “Single Frequency Network”): il Mux-1 sarà spesso in banda VHF (ch. 5-9) in MFN; ma in ogni regione sarà assegnata una frequenza UHF che sarà attivata in alcune postazioni (dove non sarà usata la banda VHF) e, in questo caso, potrà accadere che alcune postazioni UHF siano in SFN con sincronizzazione del segnale.
Di solito, si seguono questi criteri: dove Rai1 è trasmesso solo in Banda VHF I (Canali A e B), considerando che la Banda VHF I non sarà più utilizzata, sarà utilizzato il canale in banda UHF assegnato per quella data Regione: ciò allo scopo di non arrecare problemi all'utente che non ha l'antenna VHF III e ha sicuramente l'antenna Banda UHF.
Dove Raiuno si riceve solo in banda UHF, il mux-1 continuerà a essere trasmesso in banda UHF, sempre per facilitare l'utente.
Per il mux 1 (mux del “servizio pubblico”), il contratto di servizio tra la RAI e lo Stato prevede la copertura dei nuclei abitati da almeno 500 abitanti. RaiWay, comunque, copre con le sue postazioni, anche zone con meno di 500 abitanti, ma molte altre sono coperte da postazioni di privati, comuni e comunità montane.
Per i mux 2 – 3 – 4, la rete sarà in SFN (“Single Frequency Network”): tutti i centri trasmittenti o i ripetitori avranno per ogni Mux lo stesso canale. Le frequenze utilizzate, a livello nazionale, sono: Mux-2: ch. 30; Mux-3: ch. 26; Mux-4: ch. 40.
Secondo gli obblighi assunti e tenendo conto dei fondi di copertura stanziati dal Governo, la RAI, in tutte le postazioni, attiverà il Mux-1. Mentre, inizialmente, di solito, solo nelle postazioni più importanti (quelle con più di 10.000 utenti) ci saranno anche i Mux 2-3-4 (quest’ultimo non necessariamente, però). Mentre solo presso i grandi Centri Trasmittenti sarà attivato anche il Mux-5 per i servizi sperimentali in DVB-T2/DVB-H (sul canale VHF 11). Comunque, negli anni successivi i mux saranno estesi a tutte le altre postazioni.
I mux 2 – 3 – 4 saranno in UHF e saranno trasmessi attraverso le antenne trasmissive attualmente utilizzate per i segnali analogici di RAI2 e RAI3 in UHF, e perciò con la stessa copertura e con livelli di potenza paragonabili. Il Mux 1, se in VHF, sarà trasmesso dal sistema radiante usato per RAI1 e, ovviamente, con la stessa copertura; se in UHF sarà trasmesso in combinazione con gli altri 3 mux in UHF.
I livelli di campo che si riceveranno in un’area di servizio, saranno paragonabili agli attuali. L’unica differenza sarà che, mentre ora in analogico la potenza si misura sul picco di sincronismi della portante video, in digitale, la potenza che si misura è RMS. Il rapporto tra ora e dopo è di -6dB (1/4 di potenza). Ad esempio, se in questo periodo un ripetitore di Rai 2 è da 100W, dopo sarà da 25W. Ma la potenza assorbita dalla rete sarà paragonabile all'attuale; la differenza è che ora si misura una potenza di picco, poi sarà misurata la potenza efficace RMS.
I trasmettitori MUX 2 – 3 – 4 RAI sono alimentati nelle postazioni principali usando come linea preferenziale la rete in ponte radio SDH 2/4/10 GHZ e come linea di riserva RX Satellite.
Nelle postazioni secondarie solo RX Satellite, ma prossimamente sarà estesa la rete in ponte radio come linea primaria.
Il collegamento a rimbalzo è facilmente sfruttabile solo nelle reti MFN e non in quelle SFN. In quest’ultimo caso, è raramente possibile ricevere e trasmettere lo stesso canale, perché ci si auto-interferisce. Solo nei casi di elevato disaccoppiamento tra antenna TX e antenna RX, si può sfruttare (Gap Filler con cancellatore d'eco). Inoltre, anche se si riesce, in rari casi, a realizzare, si complica la sincronizzazione tra segnale TX e quello RX.
MEDIASET: Per MEDIASET, le attivazioni per lo Switch-Off, in linea di massima funzionano così: per i siti ufficialmente in concessione a Mediaset, di solito si può pensare l'equazione
3 Emittenti analogiche = 3 Mux; e di solito i tre Mux sono Mediaset 1 (ch. 52), 2 (ch. 36) e 4 (ch. 49).
Laddove sono presenti le tre reti analogiche e una o più digitali (Mediaset 1 e/o 2), dovrebbe essere acceso anche il Mux Mediaset 5 (ch. 56). Se ci sono entrambi, dovrebbero essere attivati sia il mux 5 sia il mux 6 (ch. 58). Tutti i mux sono in tecnica SFN sulle rispettive frequenze nazionali suddette.
Laddove è presente anche un impianto di D-Free, questo rimarrà in servizio, sulla frequenza assegnata a livello nazionale, che è il ch. 50.
Per TIMB, in linea di massima, dove è presente solo La7 sarà acceso il Mux TIMB 3.
Ma prendete questo dato con riserva, perché, in effetti, ci sono stati molteplici casi dove sono stati accesi tre Mux TIMB, anche ove era presente solo la 7 o La 7 ed MTV oppure La 7 e un solo canale digitale.
Di sicuro, comunque, laddove presenti tutti i canali sia analogici sia digitali del gruppo Telecom Media, dopo lo switch-off saranno disponibili tutti e tre i Mux TIMB.
Per il mux Rete A (Deejay TV, Repubblica TV, Cielo, ecc.), si può dire che in alcuni casi sono stati accesi dei Mux laddove prima dello switch-off non era presente né Deejay TV analogico né il Mux Rete A. E spesso, anche quando era attivo solo il segnale analogico di DeeJayTv, sono stati attivati entrambi i mux.
ReteCapri, di solito accende solo ove era già presente in analogico col segnale di "Capri Store".
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Inoltre, i sistemi radianti (cioè i sistemi di antenna in trasmissione) dei vari impianti, di solito, non sono modificati, almeno non nella specifica occasione dello switch-off (salvo casi particolari nati da problematiche specifiche urgenti). Di conseguenza, le rispettive aree di servizio dei vari trasmettitori normalmente non subiscono modifiche.
Poi, entro i primi 6 mesi dallo switch-off, le emittenti possono accendere solo dalle postazioni dalle quali sono autorizzate a trasmettere (eventualmente facendo cambio con postazioni compatibili equivalenti a quelle assegnate e riconosciute con postazioni per ospitare impianti televisivi in tecnologia DTT), anche con la possibilità di attivare gap-filler extra (impianti a bassa potenza) per migliorare o integrare la copertura di zone per le quali comunque sono concessionarie. In questi casi, per tali operazioni di spostamento o attivazioni integrative devono fare la richiesta per l'autorizzazione e questa, mediamente, in 60 giorni, viene rilasciata.
Poi, dopo i primi 6 mesi inizia una seconda fase di “switch-on”, di durata anch'essa di 6 mesi, durante la quale le emittenti possono richiedere l'autorizzazione ad accendere nuovi impianti (postazioni ex-novo) per completare la copertura di zone in cui hanno la concessione esclusiva, cioè hanno l’assegnazione in esclusiva di una frequenza SFN. Perciò, ad esempio, un'emittente che ha l'uso esclusivo di una frequenza per una determinata provincia, anche se originariamente disponeva di un solo impianto ed era autorizzata ad attivare solo un impianto DTT, può chiedere e ha diritto di ottenere l'autorizzazione ad accendere quanti impianti vuole, dalle postazioni autorizzate, fin tanto che servano a coprire l’intera area (es.: l’intera provincia) in cui ha la concessione esclusiva all’uso di quella data frequenza.
Info ulteriori: Per essere precisi, sapendo che la frequenza per un mux nazionale è la frequenza X (ad es., per il mux 2 RAI è il ch.30), non conta assolutamente cosa e come si riceve in questo periodo nella propria zona su questa frequenza. Ma ogni broadcaster, in genere, riciclerà gli impianti trasmittenti (tralicci e antenne trasmissive adesso utilizzati, spesso per l'analogico, ma anche per alcuni segnali già digitali) che ora veicolano canali analogici e digitali su attuali frequenze che quasi spesso non coincideranno con le future frequenze di switch-off. Ad es., la Rai per trasmettere i futuri mux utilizzerà i suoi attuali impianti e perciò, a prescindere dalle frequenze, conta come oggi si ricevono i segnali analogici (ed eventualmente digitali) Rai trasmessi dai siti Rai.
Idem per Mediaset e per tutte le regionali/locali. Se oggi si ricevono bene in analogico i segnali di T.Norba 7 e 8, poi si riceveranno bene i mux del gruppo e così via per tutti gli altri.
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Le emittenti regionali/locali conservano la stessa copertura che avevano ad una certa data (fissata dal Ministero per ogni area tecnica) e possono continuare a trasmettere solo dalle postazioni già in uso a tale data con analoga copertura. Non viene regalata una copertura più ampia. Quindi, ad es., T. Rama avrà una frequenza (unica; ma a volte le frequenze possono cambiare per alcune sub-aree) per le province di BR-TA-LE, ma non potrà avere frequenze nelle altre 3 province pugliesi, non essendo qui presente in analogico, né in digitale con sue frequenze.
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Procedure Burocratiche:
1) Ad un primo tavolo tecnico viene solo presentata da Ag-Com e MSE-Com la cosiddetta pianificazione di dettaglio dell'area tecnica, cioè le frequenze destinate in quel territorio alle nazionali ed alle locali (non a ognuna di esse, ma alle locali in generale). Si tratta, quindi, solo della ripartizione delle frequenze pianificate in due macrogruppi.
2) Ad una successiva riunione viene solo spiegato (alle emittenti delle aree tecniche interessate) come ci si deve comportare il giorno dello switch-off: che devono essere spenti gli impianti indicati nel "master-plan delle transizioni" (che non è il "master-plan delle assegnazioni"), cioè gli attuali impianti operativi; che si deve comunicare lo spegnimento (ed eventualmente la riattivazione sulla frequenza assegnata) via sms al MSE-Com; ecc…
3) Pochi giorni prima dello switch-off (di ogni singola area) vengono comunicate le frequenze assegnate ad ogni singola emittente; di norma, discusse in incontri al MSE-Com dove si analizza caso per caso la posizione tecnica di ciascuna emittente singolarmente considerata.
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Procedure Tecniche sui Tralicci:
Per i sistemi radianti d'antenna, generalmente non si fa nulla. Sono sistemi a larga banda, cioè se VHF possono coprire il range da ch. E5 a E10 o da ch. E5 a E12. Se UHF le intere Bande IV/V, oppure raramente separatamente banda IV e banda V.
PER I CENTRI TRASMITTENTI (impianti che ricevono da Satellite o Ponte Radio):
normalmente con il passaggio al digitale, i vecchi trasmettitori analogici non sono più utilizzati (diversa tecnologia); quindi nella notte dello switch-off, si spegne il TX analogico, si sposta il cavo d'antenna (anche tramite commutatore coassiale manuale o telecomandabile) sul nuovo TX digitale sulla nuova frequenza e poi si accende.
Se qualcuno ha già installato il trasmettitore dual cast (TX che può funzionare sia in analogico che in digitale), potrebbe anche fare il cambio canale nel momento dello switch-off, ma normalmente uno non rischia di incorrere in problemi e mette prima un trasmettitore provvisorio sul canale analogico e poi accende quello in digitale già settato sulla nuova frequenza.
Se ci si vuole avventurare nel cambio canale notturno, si deve sostituire il filtro d'uscita (filtro passa canale posto dopo l'amplificatore finale e prima dell'uscita antenna), impostare il nuovo canale (normalmente da menu logica controllo TX), poi tarare livello potenza d'uscita (anche se i nuovi tx hanno un sistema automatico di taratura del livello corretto in funzione della frequenza) e infine tarare la pre-correzione di linearità (distorsione) e il ritardo di gruppo (altro tipo di distorsione) (qualche TX lo fa in automatico perché ha già delle tabelle pre-caricate in base alla frequenza). Chiaro che cosi si fa un bel po' d'interruzione di servizio e il passaggio al digitale non è immediato. Qualcuno può evitare di installare il trasmettitore provvisorio e utilizza quello di riserva (dual cast). Infatti, le principali emittenti hanno un TX preferenziale sempre in servizio e uno di riserva che entra in funzione in automatico nel caso di guasto del primo. Questo fa sì che si valuti il rischio del guasto del TX preferenziale nei giorni precedenti allo S/O e di rimanere senza TX di riserva perché ormai passato sull'altro canale.
In caso di switch-over (passaggio in digitale sullo stesso canale) nei nuovi TX dual cast, basta premere un pulsante o fare un telecomando in remoto e passa da analogico a digitale. Cosa che avviene nei casi di qualche emittente che di giorno trasmette in analogico e di notte sperimentalmente in digitale.
Si può fare il passaggio da TX analogico a TX digitale o attivazione di un TX digitale prima assente, anche senza andare nella postazione (se medio/piccola) e quindi senza fare operazioni manuali per il passaggio dell'antenna. Bassa fare un filtro combinatore d'antenna con tanti ingressi quanti sono i TX analogici e digitali. I TX sia accesi che spenti, saranno tutti collegati al sistema d'antenna, quindi con telecomando in remoto si spengono i TX analogici e si accendono quelli digitali.
Generalmente per gli impianti Medio/Grandi si preferisce essere presenti in postazione per verificare la buona riuscita del passaggio al digitale.
PER I PICCOLI RIPETITORI su rete MFN (Ricevono un canale, lo convertono in frequenza, lo amplificano e ne trasmettono un'altro).
Normalmente i vecchi ripetitori analogici non sono più utilizzabili. Generalmente in postazione s’installano due nuovi ripetitori, uno preferenziale e uno di riserva con una logica di commutazione automatica. Si rischia (essendo un piccolo impianto "meno importante") e si configura il preferenziale in analogico e quello di riserva in digitale. Quindi per un breve periodo si rimane senza ripetitore analogico di riserva (poco male, la maggior parte non ce lo hanno proprio). Nel momento dello switch-off, il ripetitore analogico vede che non c'è più in ricezione il segnale analogico (sincronismi video), quello di riserva digitale riconosce il segnale digitale (anche il PID, identificativo di programma). La logica di commutazione quindi spegne il ripetitore analogico, commuta tramite un relè coassiale il cavo d'antenna TX sul ripetitore digitale impostato sulla nuova frequenza e poi lo accende. Dopo lo switch-off, si torna in impianto e si converte anche il ripetitore preferenziale, prima in analogico, in digitale.