8 Ottobre 2012
Il Consiglio dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, ha approvato oggi uno schema di provvedimento da sottoporre a consultazione pubblica riguardante il nuovo Piano di numerazione automatica dei canali della televisione digitale terrestre (LCN). Il provvedimento fa seguito alla decisione adottata lo scorso 4 settembre con la quale l’Agcom ha prorogato, fino all’adozione del nuovo Piano, l’attuale Piano di numerazione annullato dal Consiglio di Stato con sentenze depositate lo scorso 31 agosto. La bozza di provvedimento sottoposta a consultazione pubblica, che avrà la durata di 30 giorni dalla data di pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale, tiene conto dei rilievi formulati dal Consiglio di Stato e dell’esigenza di revisionare il Piano alla luce dello sviluppo del mercato intervenuto dal 2010 ad oggi.
I tre canali storici della Rai e i tre di Mediaset in salvo: nessuno schioderà mai RaiUno o RaiDue, Canale 5 o Rete 4 dai primissimi tasti del telecomando. Mtv e La 7 — proprio ora che Telecom Italia li vende — chiamati ai tempi supplementari per conservare settima e ottava posizione. Stesso destino infine per Deejay Tv, adesso alla nona. Dopo che il Consiglio di Stato ha azzerato il telecomando degli italiani, con 4 chirurgiche sentenze del 31 agosto, il Garante della tv (AgCom) riscrive il regolamento sul tema. In palio c’è la posizione dei canali nell’era del digitale terrestre. Incluso Cielo, creatura di Sky. Il compratore de La7 e di Mtv - invece - farà i conti con una nuova incognita. Non è detto che i due canali manterranno la settima e ottava posizione. Per restare dove sono, dovranno dimostrare di essere stati «storicamente generalisti». Nella stessa situazione si trova Deejay. L’esame supplementare non è un capriccio del Garante. E’ stato il Consiglio di Stato, nelle sentenze di agosto, ad accendere un faro su queste emittenti. L’effetto resta paradossale: i canali del duopolio (Rai, Mediaset) dormono sogni tranquilli; mentre gli editori emergenti devono rifare le analisi del sangue.
Le grandi emittenti locali conserveranno una collocazione di prestigio, dal tasto 10 al 19 del telecomando. E qualcuna di esse punta addirittura al settimo, ottavo o nono, se liberati. Il Garante, però, avverte le ambiziose “locali”. Per avere un posto al sole, dovranno dimostrare di avere i dipendenti in regola, di fare informazione e cultura, ed anche ascolti significativi. L'Auditel - la tanto contestata Auditel - peserà nel determinare la numerazione delle reti locali (e anche delle nuove nazionali), tipo Cielo, che andranno dal tasto 21 al 70.
E ancora. Il vecchio regolamento chiedeva ai canali di televendite di trasmettere un po’ di informazione o cultura se proprio volevano salire sul telecomando. E loro adottavano il trucco più vecchio del mondo. Di giorno vendevano pentole e solo a tarda notte trasmettevano (brutti) film e (pessimi) documentari. Ora non potranno più scherzare e dovranno fare programmi di qualità anche al mattino.
Il Consiglio dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, ha approvato oggi uno schema di provvedimento da sottoporre a consultazione pubblica riguardante il nuovo Piano di numerazione automatica dei canali della televisione digitale terrestre (LCN). Il provvedimento fa seguito alla decisione adottata lo scorso 4 settembre con la quale l’Agcom ha prorogato, fino all’adozione del nuovo Piano, l’attuale Piano di numerazione annullato dal Consiglio di Stato con sentenze depositate lo scorso 31 agosto. La bozza di provvedimento sottoposta a consultazione pubblica, che avrà la durata di 30 giorni dalla data di pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale, tiene conto dei rilievi formulati dal Consiglio di Stato e dell’esigenza di revisionare il Piano alla luce dello sviluppo del mercato intervenuto dal 2010 ad oggi.
I tre canali storici della Rai e i tre di Mediaset in salvo: nessuno schioderà mai RaiUno o RaiDue, Canale 5 o Rete 4 dai primissimi tasti del telecomando. Mtv e La 7 — proprio ora che Telecom Italia li vende — chiamati ai tempi supplementari per conservare settima e ottava posizione. Stesso destino infine per Deejay Tv, adesso alla nona. Dopo che il Consiglio di Stato ha azzerato il telecomando degli italiani, con 4 chirurgiche sentenze del 31 agosto, il Garante della tv (AgCom) riscrive il regolamento sul tema. In palio c’è la posizione dei canali nell’era del digitale terrestre. Incluso Cielo, creatura di Sky. Il compratore de La7 e di Mtv - invece - farà i conti con una nuova incognita. Non è detto che i due canali manterranno la settima e ottava posizione. Per restare dove sono, dovranno dimostrare di essere stati «storicamente generalisti». Nella stessa situazione si trova Deejay. L’esame supplementare non è un capriccio del Garante. E’ stato il Consiglio di Stato, nelle sentenze di agosto, ad accendere un faro su queste emittenti. L’effetto resta paradossale: i canali del duopolio (Rai, Mediaset) dormono sogni tranquilli; mentre gli editori emergenti devono rifare le analisi del sangue.
Le grandi emittenti locali conserveranno una collocazione di prestigio, dal tasto 10 al 19 del telecomando. E qualcuna di esse punta addirittura al settimo, ottavo o nono, se liberati. Il Garante, però, avverte le ambiziose “locali”. Per avere un posto al sole, dovranno dimostrare di avere i dipendenti in regola, di fare informazione e cultura, ed anche ascolti significativi. L'Auditel - la tanto contestata Auditel - peserà nel determinare la numerazione delle reti locali (e anche delle nuove nazionali), tipo Cielo, che andranno dal tasto 21 al 70.
E ancora. Il vecchio regolamento chiedeva ai canali di televendite di trasmettere un po’ di informazione o cultura se proprio volevano salire sul telecomando. E loro adottavano il trucco più vecchio del mondo. Di giorno vendevano pentole e solo a tarda notte trasmettevano (brutti) film e (pessimi) documentari. Ora non potranno più scherzare e dovranno fare programmi di qualità anche al mattino.
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