Incredibile: l'importanza del latino sul New York Times!

roddy

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Roma caput mundi!
Scorrendo velocemente il N.Y.T. di ieri, mi sono imbattuto con incredulità in questo articolo http://www.nytimes.com/2007/12/03/opinion/03mount.html?_r=1&th&emc=th&oref=slogin
L'autore esalta il ruolo del latino come segno di civilizzazione dei popoli e si dispiace del fatto che nessuno degli aspiranti Presidenti dgli Stati Uniti abbia fatto studi nella lingua di cesare...
E' quasi commovente leggere gli accenti lirici con cui l'autore fa notare come le radici della sua patria, l'America, siano ben piantate nella tradizione europea e prima ancora latina ( "if Rome is the eternal city, Latin is the eternal language" è l'ultima frase del suo articolo... ).
Triste, però, se lo si raffronta all'assoluto disinteresse con cui lo studio del Latino viene affrontato nel nostro, di Paese, che della "lingua eterna" è stato la culla... :sad:
 
roddy ha scritto:
Triste, però, se lo si raffronta all'assoluto disinteresse con cui lo studio del Latino viene affrontato nel nostro, di Paese, che della "lingua eterna" è stato la culla... :sad:

Disinteresse? Nel nostro paese le lingue morte sono sin troppo studiate a scuola!
Tutto a scapito dello studio delle lingue straniere attuali, con il risultato che noi italiani, quando andiamo al'estero, facciamo ridere per come(non) parliamo l'inglese, per esempio.
Il latino ed il greco dovrebbero essere, vista la loro pressochè nulla utilità pratica nel mondo del lavoro e delle relazioni sociali, materie ozpionali approfondite solo da coloro che possano permettersi di studiare per cultura personale o che decidano di intraprendere un determinato percorso di vita.
Dubito fortemente che un nostro giovane possa andare a cercar fortuna negli Stati Uniti sciovinando a memoria versioni di Cicerone :evil5:
Premetto che da sempre sono un amante della lingua latina, che cerco di mantenere in esercizio e che indubbiamente mi arricchisce culturalmente, ma purtroppo non vedo compatibile con la società moderna il nostro sistema scolastico: lo dico con la morte nel cuore, ma non possiamo permettercela, se per coltivarla dobbiamo sacrificare lo studio di lingue attuali ed imprescindibili.
Qualora studiare le lingue morte non dovesse(più)togliere spazio allo studio quantomeno dell'inglese(cosa della quale dubito)allora sarei il primo ad essere felice di rinvigorire i programmi ministeriali con lo studio delle lingue classiche.
Intanto studiamo l'inglese, poi, in base alla sensibilità e agli interessi personali, ognuno potrà dedicarsi ad una esperienza importantissima per la propria formazione personale.
 
Non scherziamo.

Sarebbe aberrante togliere il latino dai programmi di studio delle scuole e renderlo una materia opzionale.
E' chiaro a tutti che latino (E greco antico) sono lingue morte e di certo non vengono insegnate per essere parlate nel quotidiano.
Ma, come diceva il mio professore di latino del liceo, il latino è la più scientifica delle materie, perchè il meccanismo con il quale si studia questa disciplina permette di sviluppare delle capacità mentali che danno una "marcia in più" in molti altri campi.

Tant'è vero che molti ragazzi che escono dal liceo classico non trovano la minima difficoltà ad affrontare facoltà come ingegneria o fisica, pur non avendo approfondito la matematica e la fisica come magari avrebbero fatto in un liceo scientifico.

Sul fatto che l'inglese sia fondamentale non c'è dubbio, ma sono due cose completamente diverse.

L'inglese si impara guardando la tv, nelle lezioni di auditing, con esercizi sulla grammatica, metre le lingue classiche vanno ricostruite, bisogna analizzare il periodo, individuare coniugazioni e declinazioni .
C'è tutto un lavoro dietro di ricostruzione analitica, per questo è riduttivo considerarlo una lingua...

Purtroppo la tendenza di questo periodo è proprio quella di eliminare, o comunque ridurre, lo studio del latino nei programmi di licei :eusa_think:
E pensare che una volta, da quello che mi raccontano, si studiava perfino alle medie...

Ciao,
WLR
 
WalkerLarianRanger ha scritto:
E pensare che una volta, da quello che mi raccontano, si studiava perfino alle medie...

Mihi, come mi hai fatto sentire vecchio:crybaby2:
un pò di delicatezza non nuocerebbe:D
 
CONRAD ha scritto:
Mihi, come mi hai fatto sentire vecchio:crybaby2:
un pò di delicatezza non nuocerebbe:D

Infatti... anche io ho fatto latino alle medie, ma le ho fatte solo 10 anni fa!
 
studiare il latino ed il greco non serve per parlare, ma per capire cosa noi diciamo con le nostre lingue attuali e da dove provengono i nostri termini, visto che ne sono piene le lingue più importanti del mondo (italiano/spagnolo/francese/inglese/tedesco/ladina). Molto spesso si parla e non si sa di pronunciare una parola derivante da esse;)
 
Forse ci si dimentica che il latino dà come giustamente detto un' elasticità mentale e una padronanza del linguaggio che è molto utile sia nel mondo del lavoro che nella vita sociale in generale. Sono altresì d' accordo con chi dice che bisogna dare più spazio all' inglese e aggiungo anche all' informatica, però fare questo proprio a discapito del latino, base della nostra cultura, questo no.
Forse ragiono così perchè non mi va molto a genio questa standardizzazione delle culture, sempre più orentate verso una cultura "universale" di stampo prettamente anglosassone, però penso che ai ragazzi si debba insegnare a rispettare e rivalutare la propria cultura, sono già influenzati dalla tv a vedere tutto con occhi "americani", almeno a scuola insegnamo loro ad essere "latini" :)
 
WalkerLarianRanger ha scritto:
Non scherziamo.

Sarebbe aberrante togliere il latino dai programmi di studio delle scuole e renderlo una materia opzionale.
E' chiaro a tutti che latino (E greco antico) sono lingue morte e di certo non vengono insegnate per essere parlate nel quotidiano.
Ma, come diceva il mio professore di latino del liceo, il latino è la più scientifica delle materie, perchè il meccanismo con il quale si studia questa disciplina permette di sviluppare delle capacità mentali che danno una "marcia in più" in molti altri campi.

Tant'è vero che molti ragazzi che escono dal liceo classico non trovano la minima difficoltà ad affrontare facoltà come ingegneria o fisica, pur non avendo approfondito la matematica e la fisica come magari avrebbero fatto in un liceo scientifico.

Sul fatto che l'inglese sia fondamentale non c'è dubbio, ma sono due cose completamente diverse.

L'inglese si impara guardando la tv, nelle lezioni di auditing, con esercizi sulla grammatica, metre le lingue classiche vanno ricostruite, bisogna analizzare il periodo, individuare coniugazioni e declinazioni .
C'è tutto un lavoro dietro di ricostruzione analitica, per questo è riduttivo considerarlo una lingua...

Purtroppo la tendenza di questo periodo è proprio quella di eliminare, o comunque ridurre, lo studio del latino nei programmi di licei :eusa_think:
E pensare che una volta, da quello che mi raccontano, si studiava perfino alle medie...

Ciao,
WLR

Dai su, Vuoi dirmi che tizio si trova bene a studiare Chimica o Fisica perchè ha imparato il Latino al liceo? Mi sembra a dir poco azzardata come tesi.
All'università ho avuto tantissimi colleghi che si sono laureati pur non avendo mai studiato il latino, ed il settore giuridico è forse quello dove esso è più compenetrato, a partire dai noti brocardi fino allo studio di tante materie romanistiche. Figurati quanto può servire in altre aree di studio...
Infine, quelli che hai citato tu non mi sembrano i modi migliori per imparare le lingue straniere: esse vanno studiate a scuola sin dalle elementari, come, ad onor del vero, è stato sperimentato anche in Italia da qualche anno a questa parte. Tra un paio di generazioni vederemo che risultati verranno fuori.
 
SERGIOZIZZA ha scritto:
Infine, quelli che hai citato tu non mi sembrano i modi migliori per imparare le lingue straniere: esse vanno studiate a scuola sin dalle elementari, come, ad onor del vero, è stato sperimentato anche in Italia da qualche anno a questa parte. Tra un paio di generazioni vederemo che risultati verranno fuori.

Le lingue straniere si imparano come fanno i bambini: ascoltandole e parlandole all'inizio per imitazione, poi prendendo sempre più padronanza, si può procedere con la grammatica, ma la cosa più importante è non fare traduzioni dall'italiano e evitare di pensare in lingua madre quello che si vuole dire in lingua straniera..
Uno studio prettamente "a tavolino" delle lingue straniere non ha mai buoni risultati...

Mi ricordo il primo giorno di scuola di inglese, che la prof è arrivata con il registratore e ha iniziato a "sparare" frasi incomprensibili, che noi all'inizio dovevamo ripetere senza conoscere il significato... in seguito spiegava la struttura della frase e il significato delle varie parole ma, cosa più importante, non faceva mai traduzioni italiano-inglese e vv
 
tanto x fare un es.: l'inglese subì una riforma semplificativa imponente e portarono l'articolo THE ad indicare maschile/femminile.ecc..ecc.., oltre una miriade di altre semplificazioni sulle desinenze, coniugazioni ecc..ecc..Il tedesco, che forse non tutti sanno essere x l'inglese la lingua sorella (I see the sea = Ich sehe die See = Io vedo il mare) come lo spagnolo per l'italiano, fa largamente uso ancora dei 3 generi (maschile/femminile/neutro) e della declinazione delle desinenze, degli aggettivi ecc..(vedere il latino).Per uno che vuole studiarla, conoscendo il latino, avrà più facilità perchè è una lingua che necessità di un ragionamento, di un'analisi logica mentre si parla, altrimenti si parlerebbe commettendo una miriade di errori (un pò come quando uno straniero appena arrivato parla l'italiano). Ha ragione l'amico quando dice che siamo costantemente bombardati dall'inglese (termini/musica/informatica/prodotti/televisione/usi e costumi ecc..), altrimenti, se fossimo ancora nello stato pontificio o il Papa stesso fosse ancora un sovrano..conosceremmo tutti il latino e molto bene per giunta; e se la storia una 60ina di anni fa avesse preso un'altra piega, staremmo ancora a parlare la lingua internazionale e diplomatica antecedente l'inglese, cioè il francese, oppure..mi avete capito;) , staremmo tutti studiando il crucco:lol:
scusate se sono forse andato un tantino o.t.:D
 
SERGIOZIZZA ha scritto:
Disinteresse? Nel nostro paese le lingue morte sono sin troppo studiate a scuola!
Tutto a scapito dello studio delle lingue straniere attuali, con il risultato che noi italiani, quando andiamo al'estero, facciamo ridere per come(non) parliamo l'inglese, per esempio.
Il latino ed il greco dovrebbero essere, vista la loro pressochè nulla utilità pratica nel mondo del lavoro e delle relazioni sociali, materie ozpionali approfondite solo da coloro che possano permettersi di studiare per cultura personale o che decidano di intraprendere un determinato percorso di vita.
Dubito fortemente che un nostro giovane possa andare a cercar fortuna negli Stati Uniti sciovinando a memoria versioni di Cicerone :evil5:
Premetto che da sempre sono un amante della lingua latina, che cerco di mantenere in esercizio e che indubbiamente mi arricchisce culturalmente, ma purtroppo non vedo compatibile con la società moderna il nostro sistema scolastico: lo dico con la morte nel cuore, ma non possiamo permettercela, se per coltivarla dobbiamo sacrificare lo studio di lingue attuali ed imprescindibili.
Qualora studiare le lingue morte non dovesse(più)togliere spazio allo studio quantomeno dell'inglese(cosa della quale dubito)allora sarei il primo ad essere felice di rinvigorire i programmi ministeriali con lo studio delle lingue classiche.
Intanto studiamo l'inglese, poi, in base alla sensibilità e agli interessi personali, ognuno potrà dedicarsi ad una esperienza importantissima per la propria formazione personale.
Non sono d'accordo ( ma questo, credo, s'era capito dal fatto che ho iniziato questo thread... :D ).
Però, attenzione, il mio disaccordo non si basa su un'impostazione "romantica" nè su una visione un po' "aristocratica" della cultura. E neanche ( solo ) sulla constatazione, che pure condivido, secondo la quale lo studio del latino sia un ottimo esercizio della mente che, se appreso con profitto, può essere di aiuto anche nello studio di altre branche...
Io, se permettete, faccio un discorso un po' più generale sul ruolo della tradizione culturale in questo Paese, e sul modo con cui ci rapportiamo ad essa...
La prendo un po' alla larga e parlo di economia :D : l'Italia, lo sapete tutti, è un Paese che NON HA risorse naturali e, ormai da tempo, ha iniziato a dipendere dalle importazioni anche in settori ( come quello agricolo... ) ove tradizionalmente aveva l'autosufficienza. Per sopravvivere è, pertanto, per noi VITALE esportare beni in quantità sufficiente per poter bilanciare il pagamento di tutto ciò che importiamo ( a cominciare dal petrolio... ).
Fino a qualche decennio fa, abbiamo retto la competizione internazionale grazie ad una miriade di prodotti di qualità approssimativa ma di prezzo ridotto ( grazie alle continue svalutazioni della nostra lira ): ora questa strada ci è preclusa, sia perchè non possiamo più svalutare sia perché la globalizzazione ha ormai reso del tutto improponibile anche solo l'ipotesi di poter competere con Paesi come la Cina o l'India.
E illusorio, infatti, pensare che dalla attuale crisi di competitività si esca aumentando la produttività delle nostre aziende o riducendo il costo del lavoro o attraverso altri rimedi "classici": tutte balle, a media scadenza saremo TOTALMENTE fuori dai mercati "tradizionali": non ce la potremo fare MAI a competere contro i maglioni a 1 euro o contro le prossime autovetture a duemila euro l'una... Cina e India diventeranno le fabbriche del mondo, il luogo ove si produrranno tutti i beni materiali di cui l'Umanità avrà bisogno...
L'unica speranza per noi è cambiare approccio, ripensare il nostro ruolo nel mondo, trovare il nostro posto nella economia globalizzata in modo nuovo, adatto alle nostre caratteristiche e alla nostre potenzialità. E per far questo, dobbiamo riflettere su quale siano i nostri punti di forza, i campi in cui NESSUNO ci può battere: e non ci vuole molto a capire che questi sono la cultura, la bellezza, la storia: quelli o ce l'hai o non ce l'hai, non li puoi riprodurre in fabbrica...
Ecco: penso che la nostra unica speranza nel futuro sia quella di investire sempre di più nella cura e nella promozione del nostro passato, dei nostri monumenti, delle nostre ineguagliabili bellezze e anche della nostra tradizione culturale, latino compreso... ;)
E non è ( solo ) per conquistare qualche turista in più: pensateci bene, investire nell'immagine di un Paese ( in una civiltà che sarà sempre più DOMINATA dall'immagine... ) serve ANCHE per promuovere il RESTO dell'economia.
Del resto, anche i nostri attuali settori di punta ( il design, la moda, gli oggetti di classe e di lusso ) su quello si basano: i consumatori che, nel mondo, comprano italiano lo comprano non solo perchè è fatto bene, ma soprattutto comprano con esso un marchio, il "Made in Italy", un pezzetto di storia, di cultura... Comprano una tazza da cesso e delle piastrelle, ma si immaginano le terme dell'antica Roma, "vedono" in quelle piastrelle Cicerone e Augusto nei bagni pubblici... :D
Questo è vero soprattutto nell'immaginario collettivo americano ( e l'articolo che vi ho postato, e che spero qualcuno abbia letto, lo evidenzia magnificamente... ), ma è vero anche in altre parti del mondo ( persino a Pechino come posso testimoniare direttamente... :D ). Non comprano SOLO la qualità dei nostri prodotti: comprano anche il fascino di secoli di storia...
Non sfruttare adeguatamente questa fortuna che, senza alcun merito, ci siamo trovati tra le mani, sarebbe da pazzi...:icon_twisted:
 
Sì, ma non è giusto che dobbiamo sembrare le capre del mondo quando parliamo: nelle scuole dov'è previsto, ci si tenga il latino, ed in tutte si faccia imparare almeno inglese più una seconda lingua comunitaria opzionale...
 
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