Il TV a CRT può dare un'immagine migliore rispetto ad un plasma od un LCD quando l'elettronica del TV digitale non è sufficientemente sofisticata per processare video molto compressi, migliorandone l'aspetto visivo.
Mi spiace abbattere un mito per qualcuno, ma il CRT, a causa della sua stessa natura (è una valvola termoionica) è affetto da vari problemi di fedeltà e dimensioni massime.
L'immagine è costruita da un fascio di elettroni (detto pennello, 3 pennelli nella TV a colori) che partono da una piccola area (catodo) e, dopo essere stati accelerati da una ddp di oltre 15.000V, vanno a colpire l'anodo (l'interno dello schermo) eccitando i fosfori depositati sull'interno dello schermo che così emettono luce (all'esterno).
Il punto dove il fascio colpisce lo schermo è determinato dal cosiddetto "giogo di deflessione", un sistema magnetico che devia il fascio e lo indirizza nella giusta direzione.
Siccome il fascio nasce da una piccolissima zona ma va a colpire un'area molto estesa, il viaggio dell'elettrone è più lungo o più corto a seconda che vada a colpire il centro od il bordo dello schermo.
Il primo problema del "tubo" è che l'energia dell'elettrone che colpisce lo schermo è diversa a seconda del punto (centro o angoli) e quindi risulta differente anche l'energia luminosa prodotta dai fosfori.
Questo, però, non è il solo problema del CRT.
La pecca maggiore di un dispositivo analogico non a matrice, infatti, è la scarsa precisione. E' praticamente impossibile riuscire a colpire lo schermo esattamente laddove si vorrebbe utilizzando un sistema magnetico che devia il fascio elettronico (3 fasci nel TVC) e questo per due ragioni: per limiti costruttivi e per ragioni esterne.
Innanzitutto, gli avvolgimenti che costituiscono il giogo di deflessione del tubo catodico, per quanto precisi possano essere, non sono in grado di deviare in modo così assolutamente preciso i pennelli elettronici, detto questo, visto che la deviazione del fascio è realizzata con circuiti magnetici, basta un piccolo disturbo esterno, ad esempio i magneti degli altoparlanti del TV stesso, per deviare i pennelli e creare distorsione. (in realtà, anche il campo magnetico terrestre ha le sue colpe...)
Se le emittenti TV trasmettessero un segnale di monoscopio, come succedeva sino ad una trentina di anni fa, sarebbe facilissimo accorgersi della distorsione dei cinescopi CRT (es cerchi a forma di uovo o di pera, griglie asimmetriche, etc) e delle imprecisioni dei pennelli RVB, con errori di mira palesi soprattutto negli angoli e nei punti di massimo contrasto (es sbavature rosse, verdi o blu su immagini in B/N)
Il CRT migliore, per ovviare a questi problemi, sarebbe un oggetto molto lungo (TV molto profondo) ed avrebbe uno schermo convesso (non piatto), piccolo e tondo.
Ciò che è chiaramente un limite ed un difetto, cioè la mancanza di fedeltà assoluta all'originale, ovvero un immagine ricostruita localmente (praticamente in modo "balistico"), può risultare invece un buon procedimento per correggere in modo economico l'aspetto (percettivo) di segnali TV che sono brutti sui pannelli digitali, perchè tali sono all'origine e così vengono riprodotti.
Un circuito elettronico capace di fare qualcosa di simile in un TV digitale, cioè con pannello a matrice, pixel per pixel (e più aumenta la risoluzione più complesso è il circuito) è un qualcosa di piuttosto sofisticato e costoso, che nei TV di fascia media e bassa non è mai implementato.
D'altra parte il fatto di essere dispositivi analogici che ricreano un'altra immagine anzichè riprodurre esattamente bit x bit quella originale, porta la TV a tubo catodico a "stararsi", ovvero alla necessità di una periodica messa a punto se si vogliono mantenere intatte le caratteristiche.
La scarsa fedeltà geometrica (distorsione) e la difficoltà a realizzare grandi schermi in poco spazio di profondità, ovvero a generare tensioni così alte per colpire dal catodo uno schermo lontano (il CRT è una valvola e più se ne aumentano le dimensioni fisiche peggio funziona) ha precluso in partenza il campo dell'HD agli schermi CRT.