AG-BRASC ha scritto:
E i motivi sono tanti, da ricercare in molte sedi... Culturali... Sociali... Religiose... Storiche... Hai voglia!
Cominciamo col dire che la tematica in questione è stata sintetizzata linguisticamente col termine 'omosessualità'.
E volendo... già ho detto tutto!
In maniera un po' più esplicita...
Si sa che l'attrazione tra persone dello stesso sesso è sempre esistita in ogni periodo storico e a qualunque latitudine. Tuttavia all'aspetto antropologico per cui le persone eteroattratte sono sempre state in maggioranza, e a quello biologico per cui potevano procreare, si è aggiunto quello religioso che ha diffuso una cultura sessuofobica e ancor di più omosessuofobica.
Tutto ciò si è stratificato nei secoli e ha prodotto la figura erroneamente archetipica dell''omosessuale' come un soggetto perverso, malato... 'na sckifezza di persona, insomma; un rifiuto della socetà.
Da tener presente che questo si è verificato anche perchè, se la pressione sociale ha potuto inibire con maggior facilità l'espressione dell'omoaffettività, non ha potuto reprimere l'espressione dell'omosessualità; che di conseguenza è diventato il tratto caratterizzante delle persone omoattratte.
Questa considerazione come esseri abietti, del resto, è stata costantemente alimentata dal modo in cui sono stati intesi i concetti di normalità e di naturalità. [E qui ci sarebbe da aprire una parentesi, anzi una voragine, sulla quale però sorvolo]
Con queste premesse, e considerando che ogni aggregato sociale (inteso come 'gente comune'), essendo influenzato dalla sua stessa cultura, esprime nella sua maggioranza posizioni demagogiche e mai particolarmente intellettivamente elevate o progressiste (quando ciò avviene è sempre per strappi della storia, tramite rivoluzioni sociali o armate), non c'è da meravigliarsi che fino all'altro ieri abbia espresso la suddetta considerazione infima delle persone 'omosessuali'.
La storia, del resto, ci insegna che quando c'è una minoranza ingiustamente discriminata, è responsabilità della stessa agire (nei modi più adeguati) sulla maggioranza, per determinare un mutamento nella percezione sociale.
Di conseguenza, penso che per la tematica in oggetto - volendo essere obiettivo (a costo di apparire cinico) - valga per certi aspetti il detto 'chi ha colpa del suo male, pianga se stesso'.
Mi chiedo, in pratica, negli ultimi decenni quanto dei passi in avanti fatti siano merito delle associazioni di categoria, e quanto invece non sia semplicemente un portato di una più generica apertura mentale; di un generale abbassamento dei limiti della moralità.
Io penso che le associazioni di categoria, almeno per quello che ho potuto sperimentare in Italia, abbiano fatto ben poco per un radicale mutamento della percezione di questo aspetto della società.
Essendo state quindi determinate le conquiste (secondo me) piuttosto da una più generica libertà nei costumi sessuali, mi sembra che in realtà sull''omosessualità' si sia semplicemente steso un velo di ipocrisia.
I punti nodali che storicamente avevano determinato la considerazione delle persone 'omosessuali' come persone diverse/indegne, non sono stati affrontati innanzitutto all'interno della categoria. Quindi si procede in ordine sparso e senza una linea di pensiero comune o una linea chiara ed efficace.
C'è ancora molta confusione (gli esempi si sprecherebbero). E in fondo penso che non ci sia molta differenza tra tanti che si mostrano 'tolleranti' e quelli che più sinceramente esprimono il loro 'schifo'. Ricordate? Questa percezione l'ha espressa anche Fiorello durante il suo ultimo show a proposito dello showbiz.
Il risultato è che ancora oggi l'omosessualità (propriamente intesa come atto sessuale) genera disgusto. E altrettanto, si fa molta fatica ad accettare l'omoaffettività. Di qui la spiegazione della censura di quella scena dei Griffin (sessualmente innocua, ma affettivamente dirompente... sigh!).
E' questo il motivo per cui si preferisce inconsciamente allontanare il vero punto della questione - che, a mio avviso, ancora prima dell'omoaffettività, è dato dall'
omoattrazione (parola non solo meno indigesta di 'omosessualità', ma anche meglio descrittiva del mondo complessivo di chi innanzitutto è attratto dallo stesso sesso) - etichettando e ingabbiando piuttosto la persona. Laddove
la diversità non è in ciò che si è, ma solo nell'oggetto, istintivo e naturale, della propria attrazione fisica/sessuale.
P.S. Quest'ultima considerazione riguarda specificamente la caratteristica dell'orientamento sessuale, e non l'identità di genere (essere maschili o effeminati, femminili o mascoline); aspetti che spessissimo vengono impropriamente confusi e sovrapposti.