Intanto Agnelli e Rummenigge pensano alla nuova Superlega già a partire dal 2018, ma bisogna fare in fretta perchè il prossimo anno saranno già in vendita i diritti.
Una Superlega con un gruppo fisso (Real, Barça, Atletico, Juve, Inter, Milan, United, Liverpool, Arsenal, Chelsea, Psg, Bayern, Porto, forse Ajax). Più una percentuale variabile di club inglesi, spagnoli, tedeschi, italiani e francesi, con accesso facilitato se ben piazzati in campionato: i vari City, Tottenham, Siviglia, Valencia, Napoli, Roma, Schalke, Wolfsburg, ma anche i Leicester di turno. La cifra ideale sarebbe tra 16 e 24 squadre, campionato all’italiana e playoff. Ipotesi: 24 squadre, 2 gironi da 12 (quindi 22 partite di andata e ritorno), eliminazione diretta dagli ottavi (altre 7 partite). In totale, 29 gare. La Champions può scomparire o affiancarsi, tipo nuova Europa League (per chi non si qualifica alla Superlega). In fondo, nel basket ci saranno presto due Eurolega, no? I campionati resterebbero, ma i grandi potrebbero schierare spesso squadre B. Teoria, al momento, ma non lontana dalla realtà che incombe.
Il calendario si ingrosserebbe, ma questa Champions conviverebbe coi campionati (meglio se a 16). Sempre gruppi ed eliminazione diretta. Oggi il torneo vale 1,6 miliardi l’anno: pochi, secondo Agnelli, rispetto ai 6-7 della Nfl. Ma quello è l’unico torneo sul mercato, qui il montepremi va diviso coi campionati nazionali, Europei e Mondiali. Il che apre un altro scenario terrificante che riguarda il futuro delle nazionali.