AGCOM, pubblicati i criteri del piano nazionale per le frequenze digitali (28/06/10)

Come misura estrema, ci sarebbe maggiore spazio per tutti, TV nazionali e locali, anche per la futura HD!!!, se in Italia, come in altre nazioni, si limitasse, se non addirittura si impedisse del tutto, di trasmettere canali pay-TV sul digitale terrestre...;)
 
eragon ha scritto:
Come misura estrema, ci sarebbe maggiore spazio per tutti, TV nazionali e locali, anche per la futura HD!!!, se in Italia, come in altre nazioni, si limitasse, se non addirittura si impedisse del tutto, di trasmettere canali pay-TV sul digitale terrestre...;)
un ovvietà di buon senso che in questo forum non si riesce a far capire...
hai fatto bene a rimarcarla...
sulle frequenze pubbliche (concesse dallo stato ai privati ma che sono dello stato):
i canali a pagamento non ci dovrebbero assolutamente stare.
Quando saremo costretti ad adeguarci all' Europa anche su questo fronte qualcuno ne dovrà prendere atto
sloggiando da dove è...
 
Il problema sarà comunque vedere quanto qui in Italia possa valere questa regola che è presente invece negli altri stati europei, del non avere i servizi pay per view sul digitale terrestre, vi lascio a Voi ovviamente intendere il perchè. ;)
 
alexzoppi ha scritto:
Ma se ci sono già 20 bar decidi tu quali chiudere? O lasci fare al mercato?
Hai ragione, però se si è sbagliato per 30 anni dando concessioni a tutti a destra e a manca ora come si fà a fare un pò d'ordine adeguando le concessioni allo spazio disponibile? Perchè solo chi può permettersi il satellitare deve avere accesso ad offerte tipo il calcio? Si dovrebbe perdere questa possibilità per vedere Teletelovendoioilmaterasso? O è una battaglia
contro un editore che stà sulle pxxxe politicamente? Volete dividere le frequenze tra le locali e ciò che rimane assegnarlo alle nazionali? Oppure fare al 50%? Qualche idea pratica o sempre solo sermoni ideoligici? Poi cosa sono le frequenze pubbliche? Perchè ci sono anche quelle private?
 
digNotini ha scritto:
Lo stato si appresta a fare delle graduatorie per cui Studio Nord potrebbe essere esclusa o fortemente ridimensionata nella sua attività, mentre Mediashopping e il suo editore potranno ampliare la copertura e raggiungere circa l'80% della popolazione.
Due aziende che operano nello stesso campo, una favorita, l'altra affossata da una legge.

Stai utilizzando un'ipotesi, l'esclusione di Telemarket/Studio Nord/XYZ-TV, con criteri di concessione ancora da decidere, per suffragare una tua tesi.

Rimaniamo nei fatti.

TNG ha scritto:
Il rapporto locali/nazionali va valutato a livello locale ossia quello che riceve una certa persona in una determinata zona e quindi il rapporto è di una una nazionale a 3/5 locali non uno a 99 confrontando i due totali a livello nazionale. Bisogna, infatti, fare comparazioni fra termini omogenei e siccome per loro natura non lo sono allora bisogna cercare un termine di equivalenza e questo può essere, ad esempio, ciò che si riceve in una certa zona in base al quale è indifferente se una TV è a copertura nazionale o solo locale.

Non c'è quindi alcun legame col tipo di tecnologia usata per realizzare la rete.

Esempio astratto con numeri ipotetici:

Frequenze disponibili 55.

In SFN nazionale: 25 frequenze

TV locali nella regione X a carattere regionale: 10

Frequenze da coordinare internazionalmente: 24 (e destinabili alle locali)

TV locali nella regione Y, da non coordinare con altri stati, a carattere regionale: 6

Frequenze occupate in X = 59 (4 in più di quelle disponibili, impossibile assegnare a tutti una frequenza)

Frequenze occupate in Y = 55 (spettro ottimizzato)

In k-SFN nazionale: 21 frequenze in SFN e 4 in k-SFN

Frequenze occupate in X = 55 (spettro ottimizzato)

Frequenze occupate in Y = 55 (spettro ottimizzato)

Quindi la tecnica conta, eccome. Non per niente hanno cambiato, perché si sono accorti che i conti non tornavano e il far west internazionale in pochi sono ancora disposti a tollerarlo ai nostri confini.


Spero che sia chiaro che i conteggi per l'assegnazione vengono fatti a livello nazionale, mentre la concessione viene rilasciata a livello di area tecnica.


Non per niente si chiama "Piano Nazionale di Assegnazione delle frequenze" e le altre ordinanze AGCOM "Piano di assegnazione delle frequenze per il servizio di radiodiffusione televisiva in tecnica digitale nell’area tecnica corrispondente al territorio della regione XYZ".

Sono provvedimenti e suddivisioni che operano su piani differenti, lo ripeto e spero che sia definitivamente chiaro. I criteri di assegnazione sono anch'essi differenti e tengono conto di TV locali e nazionali a livello nazionale e locale.

P.S. non credo sia possibile vietare legalmente le pay-TV sul DTT, per la stessa questione della neutralità tecnologica ed economica che deve avere il passaggio. L'UE in proposito le spappola proprio.
 
EteriX ha scritto:
un ovvietà di buon senso che in questo forum non si riesce a far capire...
hai fatto bene a rimarcarla...
sulle frequenze pubbliche (concesse dallo stato ai privati ma che sono dello stato):
i canali a pagamento non ci dovrebbero assolutamente stare.
Quando saremo costretti ad adeguarci all' Europa anche su questo fronte qualcuno ne dovrà prendere atto
sloggiando da dove è...
Guarda che pay sul DDT c'è un'offerta in Inghilterra, due in Francia ed due in Spagna, e in Svezia arriveranno tra poco. E poi anche il vostro amico che viene dal cielo stà facendo pressione per entrare con il pay sul DDT. Non sloggerà nessuno, anzi entreranno anche altri, fidati
 
Ultima modifica:
paolo-steel ha scritto:
Guarda che pay sul DDT c'è un'offerta in Inghilterra, due in Francia ed due in Spagna, e in Svezia arriveranno tra poco. E poi anche il vostro amico che viene dal cielo stà facendo pressione per entrare con il pay sul DDT

Più che altro sta facendo pressioni per entrare nel DTT. Punto.

C'è tutto un thread apposito su questo argomento. ;)
 
@paolo-steel
Se si è sbagliato per 30 anni perchè si deve sbagliare ancora (nello stesso senso ;))?
Non è vero che siano solo questioni di principio (che peraltro sono importanti perchè dovrebbero quantomeno servire da guida alle questioni pratiche), tant'è vero che ho già risposto a L_Rogue precedentemente: la soluzione c'era già e cioè ogni rete nazionale si teneva quello che aveva (non come frequenza ma come quantità) che era più che sufficiente per quintuplicare i propri canali; ma sembra che questo non sia sufficiente per la fame di alcuni ... ma allora dove sta l'ingiustizia?
Questa scelta non è altro che l'ennesimo adeguarsi allo status quo del più forte: accettiamolo pure tanto non ci possiamo fare niente, ma non giustifichiamo tale scelta come tecnica o come unica possibile.
 
eragon ha scritto:
Come misura estrema, ci sarebbe maggiore spazio per tutti, TV nazionali e locali, anche per la futura HD!!!, se in Italia, come in altre nazioni, si limitasse, se non addirittura si impedisse del tutto, di trasmettere canali pay-TV sul digitale terrestre...;)

Non creod esista da nessuna parte in Europa una cosa del genere in Francia sul DTT (o TNT come piace chiamarlo a loro) c'è Canal +, in UK addirittura si era iniziato con un'offerta solo Pay ora hanno virato verso il FTA, ma c'è comunque Top UPTV... quindi questa limitazione o divieto illeberale non esiste da nessuna parte, ma non ditelo troppo forte che magari l'Europa non ci aveva ancora pensato :badgrin:
 
fano ha scritto:
quindi questa limitazione o divieto illeberale non esiste da nessuna parte
Concordo assolutamente che sia illiberale, come tu concorderai assolutamente com me che non ci sia da nessun'altra parte in Europa un'emittente che occupa completamente per se' 5 mux, piu' 1 condiviso con altri.. e ne vorrebbe pure un altro...:eusa_wall:
 
Ma si è sbagliato anche lasciando nascere un numero illimitato di locali, non solo verso qualche gruppo nazionale. Poi d'accordo che ai nazionali bastava lasciare la quantità esistente ma in alcune zone non si sarebbero comunque recuperate abbastanza risorse, tenendo presente anche che ad esempio il mux di MDS per il DVB-H sarebbe stato assegnato a qualcun altro sempre per tale servizio. Volevo far presente che non ho niente contro le tv locali, visto che ho riempito i balconi di antenne per ricevere i mux delle locali che nell'impianto canalizzato del condominio non entrano e forse mai entreranno. Per ultimo ricordo a chi incensa tanto gli altri paesi europei che se è vero che forse non ci sono gruppi televisivi così dominanti come in Italia è anche vero che solo da noi le locali hanno così tanto spazio...non ci si può lamentare solo di ciò che non ci piace sorvolando sul resto
 
L_Rogue ha scritto:
Quindi la tecnica conta, eccome. Non per niente hanno cambiato, perché si sono accorti che i conti non tornavano e il far west internazionale in pochi sono ancora disposti a tollerarlo ai nostri confini.
Io controbattevo su un aspetto ben preciso: la valutazione del rapporto fra numero di emittenti nazionali e locali (e le considerazioni da esso derivate) partito da questa frase:
L_Rogue ha scritto:
A dire la verità, nel 2007 c'erano ben 469 TV locali contro le solite nazionali che conosciamo. Stiamo parlando di un rapporto di 99 a 1 o giù di lì...
(rapporto che anche calcolato così è pure sbagliato, al massimo 50:1).
Il rapporto nazionali/locali non si può valutare su scala nazionale ma solo locale (per le considerazioni che ho fatto) e quindi è molto più basso.
E nella valutazione di tale rapporto la tecnica trasmissiva non conta: il rapporto ha un valore in un certo momento e se non cambia il numero di TV locali/nazionali rimane lo stesso anche se si cambia tecnica di realizzazione della rete.

Un altro discorso dire quanti canali al massimo si può trasmettere con una certa tipologia di rete ma questo è appunto un altro discorso ed è pacifico che la tecnica SFN permette di sfruttare meglio le frequenze a disposizione per realizzare una copertura su una vasta area come quella nazionale rispetto ad una equivalente rete MFN.

L_Rogue ha scritto:
Spero che sia chiaro che i conteggi per l'assegnazione vengono fatti a livello nazionale, mentre la concessione viene rilasciata a livello di area tecnica.
E quindi se a livello nazionale ci sono 469 TV locali allora si conteggia lo spazio in modo da avere posto a livello nazionale per complessive 469 locali? Che razza di conteggi sono.
I conteggi si fanno valutando come sono utilizzate le frequenze in una certa zona (che contando VHF e UHF già in analogico non poteva ospitare più di 55 canali televisivi a meno di sovrapposizioni di TV operanti sulla stessa frequenza con la vittoria di chi ha la potenza più elevata), confrontandole poi con le risosrse disponibili per quella zona in base ai vincoli esistenti (in pratica le frequenze da lasciare a disposizione dei confinanti).
Invece mi sembra si sia fatto l'esatto contrario: è stato deciso in modo praticamente arbitrario di assegnare 25 frequenze a operatori nazionali (più del doppio di quelle assegnate in analogico) a cui corrisponde un esagerata capacità trasmissiva (100 e più canali) e poi di assegnare il resto a chi rimane.
E solo ora, per le locali, Romani dice che su una singola frequenza ci possono stare fino a 5 canali e quindi suggerisce loro di consorziarsi. E perché allora non ha fatto questo stesso discorso fin dall'inizio per tutti gli operatori, nazionali e locali?
Le frequenze, data la loro estrema scarsità, non possono essere semplicemente regalate agli operatori televisivi e non possono essere gestite come un qualunque bene privato. Deve essere concesso il loro uso secondo determinate condizioni ma con lo sviluppo selvaggio che c'è stato in Italia ormai è passata l'idea in tutti gli operatori (piccoli e grandi) che le frequenze sono un bene privato e quindi nessuno vuole mollare la presa.

Non riesco a capire, poi, come potevano esserci 469 TV locali nel 2007 in analogico e ora in digitale con il potenziale quintuplicamento delle risorse non ci stiano più. Va bene che alcune frequenze sono state destinate ad altri usi tipo il DAB (perché non si utilizza lo spettro già allocato per la radio in analogico?), DVB-H (sostanzialmente inutile) e prossimamente servizi internet oltre a voler finalmente rispettare gli accordi con i confinanti ma mi sembra che le risorse siano comunque sufficienti per riproporre in termini di contenuti lo stato esistente prima del digitale. Quello che però deve cambiare è il modo con cui gestire questa risorsa scarsa perché se si continua con l'equivalenza un canale analogico = un mux digitale allora è evidente che le risorse non bastano visto che si riduce il numero di canali utilizzabili.

Saluti
 
TNG ha scritto:
(rapporto che anche calcolato così è pure sbagliato, al massimo 50:1).
Il rapporto nazionali/locali non si può valutare su scala nazionale ma solo locale (per le considerazioni che ho fatto) e quindi è molto più basso.
E nella valutazione di tale rapporto la tecnica trasmissiva non conta: il rapporto ha un valore in un certo momento e se non cambia il numero di TV locali/nazionali rimane lo stesso anche se si cambia tecnica di realizzazione della rete.

TNG, il rapporto tra TV nazionali e locali viene calcolato a livello nazionale. Non è che se in Lombardia ci sono trenta TV regionali gli danno più di 1/3 delle frequenze se non ci sono a disposizione frequenze non occupate dalle nazionali.

E gliene danno 1/3 proprio perché a livello nazionale c'è un sacco di TV locali, altrimenti avrebbero assegnato le frequenze nazionali (quelle RAI, MDS, etc) su base locale, senza PNAF, dando a queste TV anche altre frequenze non utilizzate dalle TV locali in un'area tecnica specifica.

Quindi, a livello nazionale, si è deciso di dare 1/3 delle frequenze alle locali nella singola area tecnica, indipendentemente dal fatto che in quell'area ci siano o meno TV locali che occupano le frequenze.

Al contrario, se fosse vero il criterio che tu proponi, per area tecnica, nelle regioni/aree con poche TV locali si potrebbero infilare altre TV nazionali su altre frequenze. Edit: intendo proprio altre, non quelle attualmente esistenti.

Che sia 99:1 o 50:1 il rapporto tra TV locali e TV nazionali a livello nazionale non importa, è comunque TANTO a poco e rileva proprio per farsi assegnare quell'1/3 di frequenze a livello nazionale che altrimenti in alcune regioni rimarrebbero vacanti e quindi concedibili a chiunque in quanto non utilizzate, e che invece così sono riservate alle locali.

Esempio sempre astratto con numeri ipotetici:

Nella regione X ci sono 18 TV locali regionali, con 15 frequenze derivanti dall'1/3 nazionale. Tutte le frequenze in SFN per area tecnica sono occupate. 3 TV perciò si trovano senza frequenza. Cavoli amari.

Nella regione Y ci sono solo 7 TV locali regionali. Rimangono libere 8 frequenze in SFN per area tecniche che però le TV nazionali, pur avendone interesse per aumentare la propria copertura, non possono assolutamente occupare per via del vincolo dell'1/3 nel PNAF. Rimarranno assegnabili comunque solo alle locali.

Se il rapporto nazionale tra locali e nazionali fosse stato di 1:1, non ci sarebbe stata nessuna riserva dell'1/3. Il più forte avrebbe mangiato il più piccolo, prendendo le frequenze libere, esattamente come accadeva in passato. E via con un'altra guerra delle frequenze.

Mi segui nel discorso?

TNG ha scritto:
E quindi se a livello nazionale ci sono 469 TV locali allora si conteggia lo spazio in modo da avere posto a livello nazionale per complessive 469 locali? Che razza di conteggi sono.

Vedi sopra. E' un po' come nel sindacalismo quando la forza di un sindacato federale riesce a strappare a livello nazionale condizioni favorevoli che la sola forza sul territorio o in fabbrica non avrebbe permesso di ottenere.

Spero di essere stato chiaro.

E solo ora, per le locali, Romani dice che su una singola frequenza ci possono stare fino a 5 canali e quindi suggerisce loro di consorziarsi. E perché allora non ha fatto questo stesso discorso fin dall'inizio per tutti gli operatori, nazionali e locali?

Concordo anch'io che l'errore grave è non aver fatto questo discorso fin dal principio.

Traslando un vecchio detto, purtroppo: chi sa lavora, chi non sa, decide. ;)

Le frequenze, data la loro estrema scarsità, non possono essere semplicemente regalate agli operatori televisivi e non possono essere gestite come un qualunque bene privato. Deve essere concesso il loro uso secondo determinate condizioni ma con lo sviluppo selvaggio che c'è stato in Italia ormai è passata l'idea in tutti gli operatori (piccoli e grandi) che le frequenze sono un bene privato e quindi nessuno vuole mollare la presa.

Concordo anche su questo, ma se si fosse proceduto a un'asta, ancora una volta il più forte si sarebbe mangiato il più debole. Avrebbe potuto essere peggio di come si prospetta ora.

Però si sarebbe magari potuta rimandare per qualche anno la nuova tassa sugli immobili e a me non avrebbe fatto schifo.

Non riesco a capire, poi, come potevano esserci 469 TV locali nel 2007 in analogico e ora in digitale con il potenziale quintuplicamento delle risorse non ci stiano più.

Ci stavano perché ce ne sbattevamo allegramente del coordinamento internazionale. :badgrin:

Potremmo farlo ancora e magari ci stanno pure pensando, ma io non ho suggerito niente, eh! :badgrin: :badgrin:
 
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paolo-steel ha scritto:
Si anch'io, ma al grido versione stadio: " Noi il rinvio non lo vogliamo":D

Non penso che al Ministero lo facciano volontariamente, ma un giudice amministrativo che rilasci un'ordinanza d'urgenza localmente magari lo trovano. :crybaby2:
 
paolo-steel ha scritto:
Si anch'io, ma al grido versione stadio: " Noi il rinvio non lo vogliamo":D
D'accordissimo; se ci fosse il rischio prepariamoci a firmare petizioni CONTRO il rinvio dello Switch-off che DEVE tassativamente restare nelle date decise il 21 Gennaio scorso.
Ciao! ;)
 
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Scommetto tt quello che volete: il piano nazionale freq. di questi giorni non resterà uguale, non è ancora ora di tirare le somme e valutare l' accaduto, rimando la conversazione a tempi maturi.
 
EteriX ha scritto:
Scommetto tt quello che volete: il piano nazionale freq. di questi giorni non resterà uguale, non è ancora ora di tirare le somme e valutare l' accaduto, rimando la conversazione a tempi maturi.

Mi auguro che trovino un buon compromesso.
Ma EteriX pensaci un attimo... se danno una frequenza base scarsa ad una Nazionale per darne una migliore per le locali alla fine dovranno dare più cerotti perchè il famoso 80% di copertura deve essere garantito, l'inghippo stà tutto li.
Alla fine se avessero fornito a tutti i nazionali frequenze in UHF non si sarebbe dovuto venir meno alla regola delle SFN nazionali e quindi niente cerotti più frequenze per le locali... magari dandogli proprio quelle VHF che alla fine per le locali sono anche più comode da utilizzare.
 
War3333 ha scritto:
Mi auguro che trovino un buon compromesso.
Ma EteriX pensaci un attimo... se danno una frequenza base scarsa ad una Nazionale per darne una migliore per le locali alla fine dovranno dare più cerotti perchè il famoso 80% di copertura deve essere garantito, l'inghippo stà tutto li.
Alla fine se avessero fornito a tutti i nazionali frequenze in UHF non si sarebbe dovuto venir meno alla regola delle SFN nazionali e quindi niente cerotti più frequenze per le locali... magari dandogli proprio quelle VHF che alla fine per le locali sono anche più comode da utilizzare.
Non è che ci siano grando margini di manovra, i nazionali non li toccano di sicuro. Sulla terza banda alle locali non credo che sia poi così vantaggiosa per le locali stesse, dovrebbero comunque trasmettere dai siti Rai altrimenti vorrei vedere in quanti impianti si aggiungerebbe un'altra antenna per III banda, per vedere le locali poi....
 
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