Allora...
Cerchiamo di fare prima di tutto un po' di chiarezza sulle modalità che ho visto adottare sinora per la distribuzione dei segnali dai vari siti all'indomani dello switch off (ho assistito personalmente a questo evento nel Lazio, in in Lombardia e in Veneto).
Normalmente i siti RAI restano tali, nel senso dell'ubicazione. Per quelle situazioni ove esistono dei segnali RAI da siti normalmente utilizzati da emittenti private (ad es. a seguito di acquisizioni di frequenze da terzi, trasmesse presso siti di proprietà di terzi), questi vengono abbandonati a favore dell'utilizzo dei siti RAI "storici" e di proprietà. Nell'ipotesi, quindi, di un canale o un Mux RAI trasmesso da un sito che non è né storicamente né di proprietà RAI (vedi ad es. un Mux A RAI da Monte Celano), tale sito verrà abbandonato a favore di siti ufficiali RAI di riferimento per la zona. Considera questa cosa valida al 99%, dato che a memoria mi viene in mente sinora UN SOLO CASO in tutta Italia ove, al contrario, la RAI abbia mantenuto un sito non di proprietà anche dopo lo switch (si tratta di Valcava, in provincia di Bergamo, ma era davvero di una sorta di emergenza non gestibile in altro modo, in quanto troppo radicata nella configurazione storica di bacino di sempre).
Gli altri gestori invece si regolano di solito sia sulla base dell'offerta garantita da un determinato sito prima dello switch, sia sulla densità/quantità di popolazione raggiungibile dallo stesso.
Ad es. Mediaset, se da un sito che serve qualche decina di migliaia (o più) di abitanti irradia sia le tre emittenti analogiche che i due Mux Mediaset 1 e 2, allora è praticamente certo che dopo lo switch da tale sito saranno disponibili i Mux 1, 2, 4, 5 e forse anche 6.
Riguardo D-Free, continua ad essere irradiato dai siti dove presente al momento dello switch (con eventualità possibilità futura di ampliamento del proprio segnale presso i principali siti che ancora non lo trasmettono).
Quanto sopra, ovviamente sulle nuove frequenze stabilite su scala nazionale in isofrequenza, ad es. che. 26 per RAI Mux 3, ch. 49 per Mediaset 4, ch. 36 per Mediaset 2., ch. 48 per TIMB 3, ecc.. Al riguardo, leggere
QUI).
Il sito di Modugno al 99% rientra nelle caratteristiche sopra descritte (a parte D-Free, ancora non presente), anche per il Mux Rete A, in quanto di solito già dove è presente solo Deejay TV in analogico, vengono poi irradiati entrambi i relativi Mux Rete A.
Stabilito tutto ciò, direi che se il sito di Modugno e il sito RAI di Bari non si discostano troppo come angolo (diciamo entro i 20° massimo), allora è possibile ricevere tutto come se la direzione di provenienza di segnali fosse più o meno la stessa.
Immaginando l'esigenza di ricezione post-switch off, sempre a patto che i siti di Bari (RAI) e Modugno (altri) siano riassumibili in analoga direzione, come dicevo, servono comunque almeno due antenne:
a) una VHF III banda (ad es. Fracarro 6E512F oppure BLV6F)
b) una UHF non troppo direttiva (ad es. Fracarro BLU220F oppure un pannello PU4AF).
La antenna a va puntata in polarizzazione verticale verso Bari: servirà principalmente per il primo Mux RAI, che contiene le trasmissioni di RAI 1, 2 e 3 + RAI News (e che di solito, salvo eccezioni, viene trasmesso in VHF IIi banda).
L'antenna B va montata in polarizzazione orizzontale in modo da ricevere entrambi i siti (ad es. a metà tra i due, sempre e solo se si discostano poco).
Evita le logaritmiche, che sono antenne di scarse prestazioni e poco indicate sia in zone collinari o montuose, sia in zone vicine o affacciate sul mare.
NOTA BENE: quanto sopra è valido nell'ipotesi che anche nella tua zona vengano adottati gli stessi criteri visti altrove a seguito degli switch off. Per le nuove frequenze che verranno adottate per i vari Mux, nessun problema, dato che sono le stesse in tutto il territorio Italiano, mentre per altri criteri o decisioni di tipo tecnico (ad es. modifica di sistemi radianti e area di servizio per un qualche sito/impianto), solitamente anche questi non cambiano, ma sarebbe più prudente attendere l'imminenza dello switch per avere dati più sicuri, come ad es. il masterplan di zona.