Derek Lou
Digital-Forum Master
Salve a tutti,avrei un caso da proporre a chi ne possa sapere più di me.
Nel mio palazzo,formato da soli quattro appartamenti,al piano terra c'è un negozio di scarpe.
A seguito di alcuni lavori eseguiti sul tubo di scarico condominiale d'acqua,si è scoperto che di questo tubo se ne serve il negozio,attraverso un proprio tubo di collegamento.
Il nostro amministratore condominiale (è vero,non è per legge obbligatorio nel nostro caso averlo,ma abbiamo,per il momento,preferito nominarne uno) sostiene che il proprietario del negozio,secondo giurisprudenza,è ''condomino'',e dunque,oltre a contribuire per i lavori eseguiti (insieme a noi altre quattro famiglie),è tenuto a partecipare alle assemblee
condominiali.
E,cosa più importante,a questo punto sarebbe obbligatorio e non più facoltativo usufruire di un amministratore condominiale,passando da 4 a 5 condomini.
Io sostengo che invece il negoziante sia invece un cosiddetto ''comunista'' (lungi da me il significato politico del termine),uno cioè che si serve di un bene in comunione,e come tale tenuto solo a pagare i lavori eseguiti,ma non a partecipare all'assemblea condominiale,se non quando si discute sul bene in comune,quando cioè ci sia un argomento che riguardi anche la sua attività.
Nè tantomeno credo possa aver diritto alla nomina o revoca dell'amministratore condominiale stesso.
Chi ha ragione?
Ho provato a cercare qualcosa in merito,ma a parte qualche termine delucidatorio,ho solo potuto farmi una vaga idea di come stanno le cose,ma vorrei che qualcuno mi desse conferma se ho torto o ragione.
Grazie a chiunque voglia darmi una mano
Nel mio palazzo,formato da soli quattro appartamenti,al piano terra c'è un negozio di scarpe.
A seguito di alcuni lavori eseguiti sul tubo di scarico condominiale d'acqua,si è scoperto che di questo tubo se ne serve il negozio,attraverso un proprio tubo di collegamento.
Il nostro amministratore condominiale (è vero,non è per legge obbligatorio nel nostro caso averlo,ma abbiamo,per il momento,preferito nominarne uno) sostiene che il proprietario del negozio,secondo giurisprudenza,è ''condomino'',e dunque,oltre a contribuire per i lavori eseguiti (insieme a noi altre quattro famiglie),è tenuto a partecipare alle assemblee
condominiali.
E,cosa più importante,a questo punto sarebbe obbligatorio e non più facoltativo usufruire di un amministratore condominiale,passando da 4 a 5 condomini.
Io sostengo che invece il negoziante sia invece un cosiddetto ''comunista'' (lungi da me il significato politico del termine),uno cioè che si serve di un bene in comunione,e come tale tenuto solo a pagare i lavori eseguiti,ma non a partecipare all'assemblea condominiale,se non quando si discute sul bene in comune,quando cioè ci sia un argomento che riguardi anche la sua attività.
Nè tantomeno credo possa aver diritto alla nomina o revoca dell'amministratore condominiale stesso.
Chi ha ragione?
Ho provato a cercare qualcosa in merito,ma a parte qualche termine delucidatorio,ho solo potuto farmi una vaga idea di come stanno le cose,ma vorrei che qualcuno mi desse conferma se ho torto o ragione.
Grazie a chiunque voglia darmi una mano