No ai bimbi dello Zecchino divi pop
Accusa ai programmi della Clerici e di Gerry Scotti: così li stravolgono
ROMA - «Sono nato in un paesino di campagna e so che il parroco, come il farmacista, hanno sempre ragione». Con una battuta Gerry Scotti sdrammatizza le polemiche che arrivano dai responsabili dello Zecchino d'oro e hanno investito il suo «Io canto», da stasera su Canale 5, e il programma rivale di Antonella Clerici «Ti lascio una canzone», da domani sulla prima rete Rai. Antonella e Gerry guidano bambini (e ragazzi) che si sfidano sulle note delle più belle canzoni del pop italiano e mondiale, conquistando pubblico e audience con i loro acuti e le struggenti interpretazioni.
Ma i due conduttori, che già lo scorso anno erano già stati protagonisti di una disputa — la Clerici aveva accusato Scotti di fare un programma fotocopia — questa volta sono stati «bacchettati» dal celebre festival canoro dedicato ai bambini che si prepara alla 53esima edizione, a Bologna (e su Raiuno) dal 16 al 20 novembre. Le accuse arrivano dalle pagine del settimanale «Tv Sorrisi e canzoni» in edicola oggi. La direttrice del Piccolo Coro dell'Antoniano Sabrina Simoni ha riconosciuto, tra i concorrenti di «Io Canto», Luana Chiaradia, una bimba che nel 2009 era allo «Zecchino d'Oro»: «E ci sono rimasta malissimo. A chi canta da noi auguriamo di continuare un percorso musicale, non una scalata televisiva».
Gli fa eco frate Alessandro Caspoli, direttore dell'Antoniano di Bologna e presidente della giuria dello Zecchino d'Oro: «Le nostre canzoni sono scritte per i bambini, negli altri show i piccoli si misurano con brani da adulti». E rivendica una differenza sostanziale rispetto ai talent show di Gerry e Antonella: «Qua c'è il programma "dei" bambini, là programmi "con" i bambini. Cosa può capire un ragazzino di storie di amanti, tradimenti o altro... Probabilmente non fa caso al testo, e allora la sua è una semplice (sebbene ottima) esecuzione. Ma allora sembra passare il messaggio che conta "come" dici una cosa e non "cosa" dici». Scotti, evita le polemiche, risponde pacato: «È vero, sono cose diverse. L'ho sempre detto: la tv è nata con lo Zecchino d'Oro, un programma per bambini che deve avere certi contenuti. Noi facciamo cantare a ragazzi under 16 le più belle canzoni del creato musicale. Ma se ci rendiamo conto che certi passaggi sono difficilmente interpretabili dai piccoli di 6 anni, gli autori cambiano le parole. Voglio ricordare a questi signori che prima di essere un presentatore sono un cristiano e anche un padre di famiglia. Queste preoccupazioni sono il primo a pormele». Per Scotti il controllo manca in altre trasmissioni: «Penso ad alcune pubblicità o a certi programmi destinati ai bambini che usano un linguaggio o situazioni poco adatti per i ragazzi. Nel mio programma e, garantisco, anche in quello della Clerici, nessuno sentirà termini o frasi scabrose in bocca ai bimbi». Il presentatore risponde poi alla provocazione di frate Caspoli che si augura di vedere Gerry alla conduzione di quella che è stata definita la «Sanremo dei bambini» («Mi pare faccia tanta beneficenza, non ne farebbe anche venendo gratis allo Zecchino?»). «Appena sarò libero ci andrò, gratis. Sarà bello prendere parte a un programma che mi accompagnava da piccolo... certo, quando capiterà, magari in chiusura di carriera».
Sandra Cesarale
CORRIERE.IT
Accusa ai programmi della Clerici e di Gerry Scotti: così li stravolgono
ROMA - «Sono nato in un paesino di campagna e so che il parroco, come il farmacista, hanno sempre ragione». Con una battuta Gerry Scotti sdrammatizza le polemiche che arrivano dai responsabili dello Zecchino d'oro e hanno investito il suo «Io canto», da stasera su Canale 5, e il programma rivale di Antonella Clerici «Ti lascio una canzone», da domani sulla prima rete Rai. Antonella e Gerry guidano bambini (e ragazzi) che si sfidano sulle note delle più belle canzoni del pop italiano e mondiale, conquistando pubblico e audience con i loro acuti e le struggenti interpretazioni.
Ma i due conduttori, che già lo scorso anno erano già stati protagonisti di una disputa — la Clerici aveva accusato Scotti di fare un programma fotocopia — questa volta sono stati «bacchettati» dal celebre festival canoro dedicato ai bambini che si prepara alla 53esima edizione, a Bologna (e su Raiuno) dal 16 al 20 novembre. Le accuse arrivano dalle pagine del settimanale «Tv Sorrisi e canzoni» in edicola oggi. La direttrice del Piccolo Coro dell'Antoniano Sabrina Simoni ha riconosciuto, tra i concorrenti di «Io Canto», Luana Chiaradia, una bimba che nel 2009 era allo «Zecchino d'Oro»: «E ci sono rimasta malissimo. A chi canta da noi auguriamo di continuare un percorso musicale, non una scalata televisiva».
Gli fa eco frate Alessandro Caspoli, direttore dell'Antoniano di Bologna e presidente della giuria dello Zecchino d'Oro: «Le nostre canzoni sono scritte per i bambini, negli altri show i piccoli si misurano con brani da adulti». E rivendica una differenza sostanziale rispetto ai talent show di Gerry e Antonella: «Qua c'è il programma "dei" bambini, là programmi "con" i bambini. Cosa può capire un ragazzino di storie di amanti, tradimenti o altro... Probabilmente non fa caso al testo, e allora la sua è una semplice (sebbene ottima) esecuzione. Ma allora sembra passare il messaggio che conta "come" dici una cosa e non "cosa" dici». Scotti, evita le polemiche, risponde pacato: «È vero, sono cose diverse. L'ho sempre detto: la tv è nata con lo Zecchino d'Oro, un programma per bambini che deve avere certi contenuti. Noi facciamo cantare a ragazzi under 16 le più belle canzoni del creato musicale. Ma se ci rendiamo conto che certi passaggi sono difficilmente interpretabili dai piccoli di 6 anni, gli autori cambiano le parole. Voglio ricordare a questi signori che prima di essere un presentatore sono un cristiano e anche un padre di famiglia. Queste preoccupazioni sono il primo a pormele». Per Scotti il controllo manca in altre trasmissioni: «Penso ad alcune pubblicità o a certi programmi destinati ai bambini che usano un linguaggio o situazioni poco adatti per i ragazzi. Nel mio programma e, garantisco, anche in quello della Clerici, nessuno sentirà termini o frasi scabrose in bocca ai bimbi». Il presentatore risponde poi alla provocazione di frate Caspoli che si augura di vedere Gerry alla conduzione di quella che è stata definita la «Sanremo dei bambini» («Mi pare faccia tanta beneficenza, non ne farebbe anche venendo gratis allo Zecchino?»). «Appena sarò libero ci andrò, gratis. Sarà bello prendere parte a un programma che mi accompagnava da piccolo... certo, quando capiterà, magari in chiusura di carriera».
Sandra Cesarale
CORRIERE.IT