In ricordo di Fabrizio de andre

claudio1

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Il poeta della canzone, cosi’ e sempre stato defintito De andre. Testi diversi da tutti gli altri cantautori, che non parlano solo di amori perduti e disperati, ma anche di diseredati, uomini persi, emarginati, prostitute e personaggi che appartenevano ad un mondo che nessuno sapeva o voleva occuparsi. In questo senso De andre e’ stato un poeta nel vero senso del termine e le sue canzoni hanno retto il tempo rimanendo sempre attuali anche oggi.
Vogliamo parlare un poco del grandissimo cantautore della sue opere, della sua vita e delle citazioni e frasi delle sue canzoni, eccone alcune:

De Andrè e quelle frasi scritte sui muri...ma voi quanti amici avete?
• "Ci sono tante piccole morti nella vita che ognuno di noi si imbatte nel corso della vita, prima di arrivare a quella vera( quella psicologica , morale ,mentale). Si muore quando si perde un amico, quando si perde un amore, quando si perde un lavoro . Quando si perde qualcosa di importante se ne va un pezzo della nostra vita e quindi si e’ costretti a rinascere volte". Lo scriveva De Andrè, l'ho trovata scritta su un muro e me la sono appuntata. Perchè mi chiedo, sempre, quale sentimento possa muovere una persona a scrivere una frase così bella e così forte in un angolo nascosto della città. A prendere il pennarello e a regalare una frase così. Penso che in fondo, in questo mondo così tecnologico, le persone abbiano sempre più bisogno di lasciare tracce, impronte. Di lasciare qualcosa, che possa resistere anche alla pioggia, come una frase indelebile. Magari a due passi dalla fermata dell'autobus o sopra il banco di scuola.
• Gli amici sono quelli che ti capiscono al volo, che riescono nel miracolo di fermare il tempo. Li puoi perdere di vista per anni, ma quando li ritrovi è come se la lancetta si fosse fermata. E riparti da lì, da dove eri rimasto. Secondo me nella vita ci sono gli amori, ci sono i successi, ci sono i soldi, ci sono i tradimenti. C'è tutto il resto. E poi c'è l'amico vero. Uno che se gli regali un consiglio è come farsi del bene da soli, è come prolungarsi l'esistenza. E' come sorridere, davanti ad un caldo camino di montagna con un bicchiere di vino in mano. Forse nella vita ne incontri uno, due, cinque. Ma non credo più di dieci. E oggi è sempre più difficile averne. Forse, anche per questo, si rimane legati sempre di più agli amici dei 14 anni o giù di lì.
• Benedetto Croce diceva che fino a diciotto anni tutti scrivono poesie e che, da quest'età in poi, ci sono due categorie di persone che continuano a scrivere: i poeti e i cretini. Allora, io mi sono rifugiato prudentemente nella canzone che, in quanto forma d'arte mista, mi consente scappatoie non indifferenti, là dove manca l'esuberanza creativa.
• Questo nostro mondo è diviso in vincitori e vinti, dove i primi sono tre e i secondi tre miliardi. Come si può essere ottimisti?
• L'Italia appartiene a cento uomini, siamo sicuri che questi cento uomini appartengano all'Italia?
• Io penso che un uomo senza utopia, senza sogno, senza ideali, vale a dire senza passioni e senza slanci sarebbe un mostruoso animale fatto semplicemente di istinto e di raziocinio, una specie di cinghiale laureato in matematica pura.
• Ho sempre dato molto poco peso alla virtù e non ho mai capito bene perché si debba trovare tanta colpa nell'errore. Anche perché non sono ancora riuscito a capire, dopo cinquanta anni di vita, cosa sia esattamente la virtù e a cosa corrisponda l'errore. Direi che non ho nessuna verità assoluta e mi trovo quindi nell'impossibilità di conseguire a me stesso e a voi qualsiasi tipo di certezza. L'unica cosa che spero di potervi dare è qualche piccola emozione
• Quello che io penso sia utile è di avere il governo il più vicino possibile a me e lo stato, se proprio non se ne può fare a meno, il più lontano possibile dai coglioni.
 
La solitudine ed il "silenzio" per ascoltare le vocii dell'universo

milanistaavita ha scritto:
da qualche anno mi son avvicinato alle sue canzoni (su tutte Bocca si rose e Don Raffaè)

Un grande!!

A dire il vero, definire De Andrè solo “cantautore” è riduttivo, dal momento che da anni ormai, sulle antologie delle scuole medie e superiori italiane vengono riportati i testi delle sue canzoni più famose, come “Via del Campo” o “Bocca di rosa”, vere e proprie poesie. Sin dagli esordi della sua carriera, nel 1958, De Andrè si è rivelato come un artista teso ad andare a fondo, alla scoperta dell’essenza della realtà umana fatta spesso di tristezza, fragilità, miseria. Nelle sue ballate sospese tra mito e realtà ha rivoluzionato quelli che erano i canoni della canzone italiana tradizionale. Il mondo di De Andrè è sempre stato un universo popolato di emarginati, derelitti, prostitute, anime perse. Tutti perdenti che si trovano a fronteggiare in una lotta impari l’arroganza del potere, i benpensanti, i farisei.


. La solitudine secondo de andre ed il sapere “ascoltare “ le voci dell’universo
L’unico status mentale, spirituale e talvolta necessariamente fisico, in cui si riesce ad ottenere un contatto con l’assoluto, dentro di sè o fuori di se stessi. Intendo la solitudine come scelta, non l’isolamento che è sinonimo di abbandono e quindi di una scelta operata dagli altri.
Personalmente mi considero una minoranza di uno e spesso trovo nella solitudine il modo migliore, forse l’unico, per preservarmi da attacchi esterni tesi anche inconsapevolmente ad interrompere il filo dei pensieri o a disturbare le sempre più rare vertigini di qualche sogno.
Aggiungo che riuscendo a vivere in solitudine, se ci si esime dall’essere condizionati dal ronzio collettivo, ci si esenta anche dal condizionare gli altri

Fabrizio de Andrè

La solitudine e gli Amici e i parenti
La solitudine
"Io passo la maggior parte della mia vita in solitudine. Non mi capita spesso di essere coinvolto da questo tipo di sentimenti. Mi capita più sovente di essere emozionato, o di provare meraviglia e stupore come un bambino. Oppure, quando scende la notte dell'anima cado in uno stato di atarassia, di totale assenza di partecipazione emotiva"

Ma mi dica ancora, signor De Andrè, mi parli di questa sua scelta di solitudine, e come soli compagni il vento e le pietre, la mano rugosa di Filippo. Mi dica cosa cerca tra gli astri e tra i segreti della sua fascinazione per l'astrologia; "ah, scienza metafisica", lei dice, "o metascienza", e anche che "parlarne è involgarirla, perché tutto ciò che è intimo nel tuo cuore non deve diventare argomento di conversazione..."

"Di che cosa ha paura?"

"La cosa che mi spaventa di più è rincoglionire. Il fatto di non essere più cosciente di me stesso, degli accadimenti che mi circondano. Ma anche di impoverirmi sentimentalmente, nelle emozioni. Mi spaventa questa disidratazione del cuore, di cui tutti sono vittima. Da questo punto di vista mi spaventa anche una vecchiaia lucida, cinica, priva di sentimenti... perché ho notato che in molte persone, con l'andare degli anni, si sviluppa una tendenza ad affezionarsi alle cose, e a disaffezionarsi alle persone"
• La solitudine (il silenzio, suo stretto parente, bisogna imparare ad ascoltarlo. Il silenzio non esiste) non esiste; nel senso che la solitudine non consiste nello stare soli, ma piuttosto nel non sapersi tenere compagnia. Chi non sa tenersi compagnia difficilmente la sa tenere ad altri. Ecco perché si può essere soli in mezzo a mille persone, ecco anche perché ci si può trovare in compagnia di se stessi ed essere felici (per esempio ascoltando il silenzio, stretto parente della solitudine). Ma il silenzio vero non esiste, come non esiste la vera solitudine. Basta abbandonarsi alle voci dell'Universo.
Attraverso l'esercizio della solitudine si coltiva la dignità: trovo estremamente più dignitoso chiedere l'elemosina che fare le scarpe al proprio collega in ufficio

Situazioni che fanno riflettere e terribilmente attuali!!! sopratutto ed anche il fatto riguardante il collega di ufficio o di lavoro
 
Un cantautore di prima categoria. Ogni tanto mi piace risentirlo ;)
 
QUANDO SE NE VA UN POETA LA TERRA PIANGE domani 11-1

Domani anniversario della scomparsa del grande , che ci mi ha insegnato
di essere sempre in "direzione ostinata e contraria" ai falsi valori che ci vengono propinati oggigiorno!!!!
Ecco anche le parole de "Le passanti" che ritengo molto bella e non l'unica in tal senso!!!
Io dedico questa canzone
ad ogni donna pensata come amore
in un attimo di libertà
a quella conosciuta appena
non c'era tempo e valeva la pena
di perderci un secolo in più.

A quella quasi da immaginare
tanto di fretta l'hai vista passare
dal balcone a un segreto più in là
e ti piace ricordarne il sorriso
che non ti ha fatto e che tu le hai deciso
in un vuoto di felicità.

Alla compagna di viaggio
i suoi occhi il più bel paesaggio
fan sembrare più corto il cammino
e magari sei l'unico a capirla
e la fai scendere senza seguirla
senza averle sfiorato la mano.

A quelle che sono già prese
e che vivendo delle ore deluse
con un uomo ormai troppo cambiato
ti hanno lasciato, inutile pazzia,
vedere il fondo della malinconia
di un avvenire disperato.

Immagini care per qualche istante
sarete presto una folla distante
scavalcate da un ricordo più vicino
per poco che la felicità ritorni
è molto raro che ci si ricordi
degli episodi del cammino.

Ma se la vita smette di aiutarti
è più difficile dimenticarti
di quelle felicità intraviste
dei baci che non si è osato dare
delle occasioni lasciate ad aspettare
degli occhi mai più rivisti.

Allora nei momenti di solitudine
quando il rimpianto diventa abitudine,
una maniera di viversi insieme,
si piangono le labbra assenti
di tutte le belle passanti
che non siamo riusciti a trattenere.
 
Ragazzi, vi quoto tutti. ;)

"E' bello che dove finiscono le mie dita
debba in qualche modo cominciare una chitarra"

"(Il suonatore Jones) fu sorpreso nei suoi novant'anni ... e con la vita avrebbe ancora giocato"

"(Nancy) s'innamorò di tutti noi, non proprio di qualcuno, non solo di qualcuno"

"Via del Campo c'è una bambina con le labbra color rugiada ..."

(Chi riuscirà ancora a scrivere queste cose?)
 
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